L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Ci vuole un'alternativa di società al berlusconismo
Dopo aver letto con emozione e condivisione le parole di Giusi Di Pietro, dirigente Fiom (un sindacato vero) sullo sciopero dei metalmeccanici e quelle di Monica Moretto, portavoce del Forum Acqua pubblica di Pisa (un comitato espressione vera delle realtà sociali e associative), scrivo questa breve nota con l’intenzione di proseguire il dialogo avviato in quelle pagine.
Mentre l’Egitto dice Bye-bye Mubarak qualcuno da noi comincia a pensare che “il caso Ruby stia a Berlusconi come l’evasione fiscale ad Al Capone”, nel senso che gli scandali sessuali possano arrecare un danno al signor B. più di ogni altra questione. Se il governo Berlusconi cadesse sarei tra quelli che se ne rallegrerebbero. Ma non facciamo una riflessione politica sui festini di Arcore che se mai interessano il magistrato. Quello che conta davvero è la fine delle politiche di Berlusconi e, quando dico questo, di solito faccio incazzare i miei amici del Pd o più moderati di me. Purtroppo i problemi del nostro sistema politico e culturale sono profondi e vanno oltre Berlusconi, perché è un intero modo di pensare dominante largamente condiviso che richiederebbe un’alternativa di società. Ma la sinistra debole e divisa non riesce a organizzarla.
Personalmente sto con chi dice no a Berlusconi, no al modello di liberismo scatenato che Marchionne porta avanti e no al Decreto del ministro Ronchi e delle destre che privatizzano i rubinetti di casa nostra; però spesso una logica simile è accettata anche dalle amministrazioni di centrosinistra, e la strategia del silenzio per far saltare il quorum al referendum sull’acqua non riguarda solo Berlusconi e le sue tv, purtroppo. I festini da milioni di euro del signor B. come lo stipendio dell’amministratore delegato e i profitti delle multinazionali golose dell’acqua sono un insulto nei confronti di chi non arriva a fine mese, dei cassintegrati, degli affamati e assetati della terra. Beh, meglio delle mie parole il Bunga Bunga della band pisana Betta Blues Society:
L’altro giorno mia figlia Laura mi ha allungato il volantino del Comitato donne per la manifestazione del 13 febbraio (appuntamento alle 15:00, in Piazza Sant’Antonio a Pisa; in Piazza Santa Maria a Lucca). Leggo il titolo, noto per Primo Levi: Se non ora, quando? So che sarà una manifestazione partecipata da tante persone molto diverse. Mi mordo le mani, perché non potrò esserci. Questa mobilitazione cade nel bel mezzo dell’inverno sotto il cui coperchio c’è un vasto germogliare di operai, precari, studenti, migranti, movimenti sociali e di opinione che chiedono le dimissioni del premier, diritti e difesa dei beni comuni (lavoro, scuola, acqua, sanità). Più che Ruby il problema mi sembrano le ragazze e i ragazzi della sua età private di futuro. Guardo mia figlia e, se le cose rimangono così, faccio fatica a dirle: studia molto e farai parte della classe dirigente. Ma tengo duro e le dico: cura la tua formazione e lotta per la tua libertà e parità di genere.
Per finire, sentite questa sottrazione al modello di velinismo imperante. È un dialogo successo ieri nella mia famiglia tra Susanna (madre di mia figlia) e Laura (mia figlia).
Susanna: - Guardati il documentario Il corpo delle donne poi mi dici cosa ne pensi.
Dopo una mezzoretta di visione Laura dice perplessa:- È incredibile, è scioccante, è un orrore…
Ecco, la sua risposta mi conforta. Non abbiamo cresciuto una velina. Laura sta prendendo le distanze da modelli in cui le donne sono carne da macello, sono corpo senza pensiero, sono oggetti da esibire e svuotate della propria potenza. Ha 18 anni e dovrà darsi da fare parecchio per costruire il suo futuro, inseguire i suoi sogni e ora, come non succedeva da tempo, deve imparare a dire: BASTA. Anche per la nipotina di Mubarak.
Se non ora, quando?
Se non l’avete già fatto, guardatevi su YouTube la versione integrale (dura 24 minuti) e originale del documentario Il corpo delle donne di Lorella Zanardo.
È arrivato anche il momento di leggere questo libro in uscita per Einaudi a metà febbraio: Un eremo non è un guscio di lumaca della teologa Adriana Zarri, con un contributo di Rossana Rossanda.
Post scriptum
Mi sembra il giorno giusto per pubblicare il nuovo logo di Finalmente domenica! frutto dell’amicizia creativa di Sandro Marianelli. Grazie!