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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Lei non è "abbastanzina informato" si informi chi .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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LA QUESTIONE MORALE
di Trilussa

27/2/2011 - 9:13

Ci domandiamo sempre più spesso a che livello di decadenza politica, maleducazione civile e degrado culturale siamo arrivati oggi nel nostro Paese.
Gli ultimi esempi in campo politico infatti non sono incoraggianti ed anche alcuni servizi giornalistici rinforzano questa ipotesi di una deriva piuttosto decadente dei nostri costumi.
 
Proprio in questi giorni due parlamentari sono stati condannati per reati comuni, uno appartenente al centro destra ed uno al centro sinistra. Il primo ha usufruito del condono pur essendo condannato a due anni e sette mesi di reclusione, il secondo aspetta l’autorizzazione a procedere ma entrambi rimangono  nel pieno delle loro cariche politiche, siedono tranquillamente in parlamento, riscuotono i loro lauti stipendi, fanno le leggi (per gli altri) e davanti al nome continuano a vantare l’appellativo di onorevole. E’ vero che bisogna sempre aspettare la sentenza definitiva (e che ognuno prima…. eccetera eccetera) ma almeno una sospensione temporanea dalla carica e dallo stipendio sarebbe auspicabile.
 
Il servizio giornalistico viene invece dal sud. Un’auto, una grossa auto di qualche decina di migliaia di euro, è posteggiata vicino al palazzo comunale occupando completamente le strisce pedonali  impedendo il passaggio dei pedoni e creando problemi anche al pulman di città.
L’auto è stata segnalata da qualche cittadino come parcheggiata in quella sede con regolarità e da qui la richiesta del servizio. Attaccato al finestrino dell’auto un dischetto metallico con la scritta“Comune di B. Consigliere comunale”.
 
Il quale consigliere comunale, rintracciato, un bel giovane moro col codino, sembra cascare dalla nuvole e cerca di difendersi sminuendo l’infrazione e dicendo che non gli sembrava di aver fatto niente di male e che la macchina era lì perché non avrebbe saputo dove lasciarla. L’intervistatore gli fa giustamente notare che l’infrazione non solo è ripetuta e voluta ma tanto più grave perchè commessa da un consigliere comunale che in quella veste è un rappresentante delle Istituzioni. Si pretenderebbe da lui un esempio di correttezza, di educazione civile e di rispetto per gli altri, se non altro per la carica pubblica che ricopre.
 
Chiamati i vigili urbani al bel consiglierete viene fatta una multa, probabilmente la prima dopo una sosta protratta chissà per quanto tempo. Una multa dimostrativa, ad uso delle telecamere, per mostrare una intransigenza fino a quel momento sopita e annullata da un semplice contrassegno posto sul cruscotto, come se un consigliere comunale (poi, nemmeno un sindaco o un assessore) potesse impunemente comportarsi in maniera incivile giustificato solo dalla sua sia pur modesta posizione di pubblico amministratore.
 
Il fatto potrebbe sembrare banale e meritevole solo di un sorriso, una brutta figura senza valore, se non fosse invece la triste conferma della decadenza civile e morale della nostra nazione e del nostro sistema politico per in cui anche un semplice consigliere comunale, una delle più umili cariche pubbliche, avanzi dei diritti, acquisti dei privilegi, determini una diversità, si senta, sia pur nella sua infima carica, di avere acquisito un diritto.
Diritto confermato dal comportamento del vigile che mai prima si era sognato di fare una multa a quella macchina che ogni giorno commetteva la stessa infrazione, una multa che molto probabilmente sarebbe stata cancellata (e l’operatore magari anche redarguito) dal superiore con cui il consigliere, o l’amico sindaco, si fosse lamentato.
 
Il rispetto della legalità, il senso del dovere e del rispetto degli altri, il principio stesso di uguaglianza, il senso civile di fare politica come servizio ai cittadini, l’onore di rappresentare lo Stato sembrano oramai cose che appartengono al passato e l’opinione corrente è quella che ritiene che chi si dedica alla politica lo faccia principalmente per godere dei privilegi della carica, infima che sia, o addirittura per poter fare i propri interessi personali.


Che questo sia un modo comune di comportarsi, e che ognuno si sarebbe comportato nello stesso modo incivile, sembrano confermarlo anche l’intervista alle due pseudo-infiermerine (per essere più sexi! la risposta alla domanda sul travestimento) fatta per strada sulla loro disponibilità ad andare, se invitate, alle feste di Arcore. Hanno detto entrambe prontamente di si ed una ha addirittura affermato che “i suoi principi”, si ha detto proprio “i miei principi”, le impedivano di dover vedere nel proprio futuro un lavoro di domestica o di banale inserviente. Avrebbe invece ben volentieri accettato l’idea di andare alla festa del Premier, e di fare quello che doveva fare, sempre si badi bene secondo i suoi principi, con il consenso e la contentezza dei suoi genitori!
 
Credo che queste persone, o almeno lo spero, siano ancora una minoranza nel nostro paese. Che non tutti siano e giudichino il popolo italiano come una massa amorfa di truffatori, disonesti, incivili, interessati, approfittatori, maleducati; un popolo intero diviso fra puttane e puttanieri.
 
Le centinaia di migliaia di donne scese in piazza domenica lo hanno dimostrato e con loro e tutti coloro che fanno la politica veramente per passione, che si impegnano per gli altri, che impiegano il loro tempo libero nel volontariato, in organizzazioni civili, in associazioni culturali, in opere di assistenza e di formazione culturale.


Sono la famosa “maggioranza silenziosa”, quel popolo di cittadini comuni, padri, madri, figli, sorelle che oltre ad impegnarsi nel sociale si alza ogni mattina per andare al lavoro o a scuola, e se la sera fa festa la fa invitando gli amici più cari per una cena o un settimino. Magari una vita modesta ma serena, fra persone educate, civili, oneste che come tali allevano anche i propri figli, nell’educazione civile, nel rispetto degli altri e della cosa pubblica.
 
 
 

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