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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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L'APPELLO
di Trilussa

27/3/2011 - 10:43

 

Nell’ormai lontano 1992 una bambina di appena dodici anni  intervenne sul palco in occasione di una conferenza ONU sull’ambiente e il suo fu un totale atto di accusa nei confronti della incapacità, o meglio della non volontà, dei cosiddetti Grandi di occuparsi delle problematiche ambientali per interrompere quella che appare sempre più, ora negli anni 2000, come la progressiva e certa, seppur lenta, distruzione del nostro pianeta.
Ecco il video:



 
Le cose da quegli anni infatti  non sono migliorante e nessuna iniziativa seria, tranne una incompleta e modesta applicazione degli accordi di Kioto sottoscritti nel 1997, è mai stata presa dagli Stati membri per invertire questa nostra tendenza autodistruttiva e spietatamente ingiusta.


Anche la Comunità Europea, compreso il nostro paese, non brilla certo per le proprie performance. L’Italia è infatti, insieme a Spagna e Danimarca, fra i Paesi dei 15 vecchi Stati europei membri della comunità che non rispetteranno sicuramente l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra per l’anno 2012.


Si può parlare a ragione di tendenza autodistruttiva perché le risorse della nostra madre Terra pur immense sono comunque limitate. Il costante aumento del numero totale di abitanti del pianeta, ma soprattutto il passaggio sempre più rapido di intere popolazioni dalla condizione di indigenza a quella di benessere con il conseguente aumento dei consumi, e la conseguente necessità di una quantità sempre maggiore di materie prime e di energia, ha imposto un prelievo sempre maggiore di risorse che avvicina pericolosamente al limite oltre il quale non si può andare pena la catastrofe ambientale.


Già ora il petrolio ancora non estratto dai depositi naturali sembra appena sufficiente per poche decine di anni, forse 30 o 40, che però potrebbero drasticamente ridursi se continuerà al ritmo attuale la crescita non solo della Cina ma anche dell’India, del Brasile e di altri paese emergenti con la loro continua e giusta fame di benessere e quindi di nuove risorse.


Sempre ora la necessità di sempre maggiori quantità di energia ha spostato la coltivazione di enormi appezzamenti di terreno dalle produzioni agricole, con scopo semplicemente alimentare, a quello della produzione di prodotti combustibili. Un cambiamento che, unito alla crisi economica, ha fatto schizzare in alto i prezzi dei generi alimentari di prima necessità e generato condizioni di maggior povertà in molti paesi del terzo mondo. In alcuni casi, come in quelli recenti dell’Africa del Nord, si sono avuti sommovimenti popolari scatenati oltre che dall’oppressione di regimi dittatoriali anche dalla mancanza o dal rincaro dei generi di prima necessità che hanno portato la popolazione alla esasperazione.


A riprova di questa nuova necessità vediamo l’acquisto di enormi appezzamenti di terreno fertile in Africa da parte dei cosiddetti  paesi emergenti, Cina in testa, per compensare le loro produzioni agricole in costante deficit rispetto alle necessità.


Tutto ciò comporta uno sfruttamento intensivo del pianeta che non tiene conto delle sue riserve energetiche e alimentari (acqua compresa, un problema emergente e veramente fondamentale per la sopravvivenza di intere popolazioni) con la scomparsa di intere foreste (pensiamo a quella amazzonica in grave pericolo), di specie animali terrestri e acquatiche, di cambiamenti climatici, inquinamenti ambientali, danni biologici, mutamenti atmosferici con conseguenze spesso gravi o addirittura catastrofiche.


Stiamo oramai da diversi anni riempiendo il mondo di gas serra, PM 10, idrocarburi aromatici, sostanze radioattive in forma di gas o di scorie che non sappiamo più dove mettere, ordigni nucleari a scopo deterrente che fortunatamente non serviranno mai a niente. Costruiamo armi ed aerei sempre più sofisticati e dai costi inimmaginabili, troviamo arsenali militari completi anche in paesi dove la gente comune sta morendo di fame, investiamo ingenti somme in questi strumenti di morte, soldi con cui potremmo debellare facilmente la fame e le malattie nell’intero pianeta.


E qui ecco l’ingiustizia, la differenza tra chi ha molto e chi non ha nulla. Tra chi ha un futuro certo e chi non ce l’ha. Ecco la mancata volontà di voler risolvere, o almeno attenuare, le disuguaglianze del mondo, le disparità fra i popoli, la distanza fra chi vive in abitazioni lussuose piene di tutto e chi abita in baracche fatiscenti piene di niente, fra chi ha redditi di milioni di dollari e chi vive con meno di un dollaro al giorno.
La bambina fa un appello ai signori ben vestiti e ben pagati che l’ascoltano attenti. Applaudono poi in fondo apparentemente convinti dalle sue parole accorate, dalla sua richiesta di cambiamento. Percepiscono l’appello alle loro coscienze di uomini importanti che siedono in un organismo internazionale fondamentale, e forse dentro di loro riconoscono veramente le ragioni della bambina sul palco, un problema grave ed urgente che avrebbe veramente bisogno di decisioni immediate e sostanziali per invertire una tendenza sicuramente nefasta per l’umanità intera.


Ma forse è solo un attimo.
Siamo nel 1992, sono passati molti anni e con gli anni anche un protocollo in gran parte disatteso seppur modesto nella sua progressione. Un riduzione non inferiore al 5% dei gas serra rispetto alle emissioni del 1990 appare un numero quasi ridicolo nel periodo 2008- 2012. Eppure nemmeno questo minimo obbiettivo verrà raggiunto. La Russia ha ratificato nel 2004 ed il protocollo è divenuto operativo solo nel 2005. Gli Stati Uniti dopo una prima firma da parte del presidente Clinton alla fine del suo mandato hanno deciso di non aderire e Gorge W. Bush non lo ha mai ratificato, troppi gli interessi delle multinazionali del petrolio americane, e quindi gli Usa, con la loro enorme produzione industriale, ne sono fuori.


Ecco i grandi interessi in gioco che impediscono ogni decisione importante che vada nella giusta direzione, ecco le gradi multinazionali che riescono ad imporre a livello mondiale la loro forza economica e politica che impedisce di fatto ogni cambiamento che non sia di loro interesse, ecco il petrolio, ecco le centrali nucleari, ecco le fabbriche inquinanti per produrre energia, ecco le armi sempre più costose e sofisticate. Ecco infine i rappresentanti delle nazioni più progredite, sorridenti nelle tante foto e nei tanti proclami, che lasciano sempre le cose come stanno preoccupandosi solo dei propri interessi e rendendo vano, negli anni, l’appello di quella bambina nel 1992.


Ora la bambina sarà donna e sarà madre e si domanderà se i propri figli e nipoti avranno ancora un futuro in questo pianeta depredato e sfruttato, saccheggiato e usato, devastato e impoverito per gli interessi di pochi, nazioni e uomini senza scrupoli e senza coscienza, votati solo alla difesa dei loro interessi e al mito del denaro.
 
 
 
 

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