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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Non cancellerò
Quella foto tua
Come la gioconda
E la rosa gialla
Sulla pelle mia
Stare insieme a te
In quest anni miei
Insieme a tutto il resto
Tu .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
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Qui si discute su: Alcune considerazioni

In risposta a: del
Alcune considerazioni
AUTORE: Cittadino come pochi
email: -

1/3/2011 - 10:46

Molto interessante la lettura riguardo la GD fatta dal Niccolai, in linea di massima sono d'accordo, quello che non mi trova d'accordo è la conclusione che trae alla fine dell'articolo.
Vedi a mio avviso è interessante analizzare cio che è accaduto a partire dagli anni 80, Ikea in quel momento non esisteva, mentre i piccoli mobilieri da lui citati gia erano presenti sul mercato. Ora mi chiedo perchè ad un certo punto la gente ha sentito il desiderio di andare da Ikea e non da questi mobilieri. Vedi io penso che quando si diventa monopolisti di un mercato facilmente ci si dimentica da dove venivamo e si pensa di poter dettare le regole di vendita all'acquirente ( prezzi gonfiati-poco assistenza post-vendita ecc.) questo induce nel consumatore una forte irritazione che lo porta a scegliere forme di vendita piu strutturate e accoglienti ( forse non più vantaggiose) ecco dove Ikea ha tratto la sua fortuna , non certo dalla qualità dei mobili.
Lo stesso a mio avviso vale per il settore alimentare dove in questo caso oltretutto si creano caste sociali, tutti sappiano che per esempio l'olio di Calci e altri è migliore di quello della GD, l'unica differenza è che il primo costa 15euro il litro , l'altro meno della metà con il risultato che solo una parte della popolazione può permetterselo e l'altra continuerà a comprare a livelli di qualità più bassi. D'altra parte ad oggi se la GD non esistesse penso che buona parte della popolazione dovrebbe scegliere se avere una macchina o un piatto in tavola.
Saluti
----------------  RISPONDI





In risposta a: Ikea del 3/3/2011 - 8:33
Ikea si
AUTORE: Uno che vota
email: -

3/3/2011 - 14:47

Il territorio è mio e lo gestisco io. Su questo c'è una convergenza veramenta ampia. Da una parte un cartello di cooperative, di sinistra, che scendono in campo e si fanno quasi partito, polemizzano e sovvenzionano una lista di pesone fedeli di sinistra, ma già che ci sono anche di destra. Dall'altra chi pensa che la pianificazione la fa il pubblico nell'interesse collettivo. Vecchiano ha bisogno di un centro commerciale di 40 ettari ? No. Di 10 ettari? Io dico si. Ma nel luogo opportuno, che la collettività ha scelto da tempo. Non mi sembra che sia una bassezza politica, mi sembra che sia un modo di ragionare di sinistra.
----------------  RISPONDI





In risposta a: Eccellenze territoriali del 2/3/2011 - 23:57
Ikea
AUTORE: Ad Alessio
email: -

3/3/2011 - 8:33

Caro Alessio,
mi piace molto il tuo modo di scrivere ed il tuo pensiero.
Hai proprio ragione sugli skandinavi che stiano a casa sua e sfruttino le loro risorse.
Però noto nel tuo messaggio una allusione al candidato che invece vuole Ikea.
Spero tanto che almeno una persona non scenda a compromessi e mantenga la sua linea senza dover accettare bassezze di partito.
K.
----------------  RISPONDI





In risposta a: Eccellenze territoriali del 2/3/2011 - 23:57
il mio teritorio
AUTORE: casella 10
email: [protetta]

3/3/2011 - 8:31

caro niccolai sono molto entusiasta di quello che ha scritto e sono orgoliosa di avere dei cittadini amici come lei che che difendono la nostra zona
----------------  RISPONDI





In risposta a: Considerazioni sulla GD del 2/3/2011 - 19:10
Eccellenze territoriali
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

2/3/2011 - 23:57

Sono onorato di aver indotto a prendere la parola anche la famiglia Nizzoli, perché la ritengo uno dei più significativi paradigmi dello sviluppo territoriale che, dovesse prevalere il buon senso, Vecchiano potrebbe abbracciare.
Prima però due paroline all'indirizzo di uno dei tanti e cacofonici "militi ignoti" di questo forum, per aver ritenuto di rispondere a me e a Simone con la solita tipica intelligenza caprina di cui cui brulica la "Voce": caro Carlo, chiunque tu sia e comunque ti chiami veramente, se il dicastero dell'istruzione continuerà ad essere occupato da Mariastella Gelmini entro una decina d'anni una moltitudine di studenti di oggi si ritroverà con una buona parte del cervello atrofizzata, limitata capacità cognitiva, nessun senso critico, nessun indirizzo argomentativo e disposizione incontrovertibile a farsi ipnotizzare dall'immondizia televisiva; esattamente come te.
Te lo di'o 'nvecchianese: vieni 'nAvane che rsole tramonta prima e 'un ti picchia ner capo: si pòr vede' di riupera' un po' di materia cerebrale!
Detto questo in una lingua comprensibile anche a Carlo, che secondo me non ha il problema di non capire i paroloni, ma di non capire una s...emplice, torno a ciò di cui intendevo parlare.
"L'Oro del Colonnello" è uno dei tanti prodotti del territorio che al solo assaggio ti racconta la passione, la tradizione e l'innovazione racchiusi in un progetto ambizioso e coraggioso, un progetto nato dal territorio sul territorio, un progetto capace di creare posti di lavoro, di riqualificare risorse ambientali, valorizzare patrimoni olivicoli in stato di abbandono e raccontare al mondo cosa la terra di Toscana è in grado offrire.
Conosco Serena Nizzoli e ne ammiro la determinazione, lo spirito combattivo nonché, soprattutto, l'impegno straordinario e colgo l'occasione per augurarle di prosperare a lungo, insistendo nel perseguire il proprio sogno ed estendendo a tutta la sua laboriosa famiglia l'auspicio.
La sfida secondo il mio punto di vista per il prossimo quinquennio, laddove giustamente si lamenti l'impossibilità di immettere un prodotto di così grande pregio nella filiera corta, è quella di portare Emiliani, Giapponesi, Russi e chi più ne ha più ne metta, sul nostro territorio, complici i sarcofagi medievali, complici eventi di grande importanza, complici la crescita culturale ed il "fare rete" dei vecchianesi, complice il nostro fiume, la nostra collina, il nostro parco (che è bene inizi a diventare decisamente, benché responsabilmente, più fruibile!) e tanti altri fattori... perché è in questo modello di sviluppo che i vari Nizzoli del caso, siano essi olivicoltori, mobilieri o qualunque altra cosa, potranno trovare un approdo commerciale sicuro, perché è in questo modello di sviluppo che, magari, una moltitudine di altri olivicoltori amatoriali vorrà iniziare a seguirne le orme, finanche inducendo alla costruzione di un frantoio comunale, perché è in questo modello di sviluppo che le moribonde attività di vicinato torneranno a poter dispensare essi stessi eccellenza, perché è in questo modello di sviluppo che altri troveranno il coraggio di creare da un sogno una propria fonte di reddito, senza più aspettare il concorso pubblico, perché è in questo modello che Vecchiano potrà trovare le risposte occupazionali di ampio respiro, in totale autonomia finanziaria e seguendo la propria vocazione territoriale, altro che supermercati!
Non vale la pena immaginare che la storia di Vecchiano nei prossimi trent'anni si leghi alla propria eccellenza locale, stimolandone la crescita, migliorandone la visibilità e invogliando altri ad emularla? Parimenti a qualunque catena distributiva - voglio ricordare - anche alla personalità giuridica di imprese come Lombardi, Pardi, Spazzavento, tanto per citarne qualcuna (non a caso tutte di Filettole!) è dato di poter creare "posti di lavoro", così come a chiunque abbia il coraggio di aprire una P. IVA ed acquisire una posizione REA in CCIAA.
Proviamo cari vecchianesi a ritagliarci quel futuro, senza lasciarsi lusingare dall'idea della maxi-vincita territoriale al Superenalotto scandinavo, proviamo ad immaginare un Comune che persegua sistematicamente l'intento di intercettare il turista in transito tra Pisa e Lucca per offrirgli la genuinità e la bellezza di un territorio intero, come auspicava la Conferenza Provinciale del Turismo, i cui lavori conclusivi si tennero proprio nella tenuta di San Rossore, alla presenza dello stesso Giancarlo Lunardi e dell'allora Assessore Provinciale all'Agricoltura e al Turismo Giacomo Sanavio, che lamentava l'approccio mordi e fuggi del visitatore nelle città d'arte toscane.
Proviamo in altre parole a pensare che anche il popolo vecchianese possa combinare qualcosa in tutta autonomia e senza aspettare la manna dal cielo, senza cioè attendere l'investimento straniero con i suoi costi sociali, le sue imposizioni e le sue conseguenze imprevedibili.
----------------  RISPONDI





In risposta a: GD: continuaiamo... del 1/3/2011 - 22:23
Considerazioni sulla GD
AUTORE: L'oro del Colonnello
email: [protetta]

2/3/2011 - 19:10

Essendo stato menzionato nelle tue considerazioni sulla GD, che tra l'altro condivido, voglio aggiungere un piccolo appunto in appendice a quello che hai scritto.
Quando si produce un prodotto di nicchia, come ritengo il mio olio biologico ad Indicazione Geografica Protetta, la GD non rappresenta una concorrenza. Per il fatto che il vino rosso di Cenaia costa meno di un euro al litro, non è che non si vende più il Brunello da 20 euro al litro!
Del resto, se la mia commercialista mi fa un conto economico da cui si evince un costo di produzione intorno ai 10 euro ogni kg di olio prodotto, è chiaro che non posso competere con i prezzi dei supermercati. Ciò nonostante, non mi è mai capitato di avere delle giacenze, è vero anzi il contrario, alla fine dell'estate non posso più evadere gli ordinativi perchè non ne ho più una goccia. Ma non gioisco di ciò, poichè vorrei vendere il mio prodotto in filiera corta ed a Km.O, invece rallegro il palato di emiliani, lombardi, tedeschi e...giapponesi!
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In risposta a: GD: continuaiamo... del 1/3/2011 - 22:23
sognatore
AUTORE: mediatore
email: -

2/3/2011 - 14:17

E' con molto piacere che leggo i tuoi interventi caro alessio, talvolta prolissi ma efficaci per esternare il tuo pensiero.
Alle volte peraltro condivido molti dei tuoi pensieri, ciò che mi lascia perplesso è la poca capacità che hai, nel ribaltare, la situaziona politica nazionale a quella locale.
persone intelligenti come te, dovrebbero capire che le ideologie non sono applicabili quando si deve amministrare un comune,ne sa qualcosa il compagno Meini che ha dovuto ingoiare pesanti macigni in questi anni per rimanere "nel giro".
Solo Meghe ha avuto la forza di controbattere con l'ideologia le proposte della multinazionale svedese e stai tranquillo che a questo giro per questo motivo rimarrà fuori dalla mischia.
ora ti domando, ma hai la certezza che il tuo candidato a sindaco Ikea non la farà ? io credo di si in barba a rifondazione sel parte del pd e a tutti coloro che non la vogliono, è troppo furbo e scaltro e vi raggirerà tutti
io la mia scelta è da tempo che l'ho fatta, alle votazioni NON ANDRO' il mio consenso a questo giro non lo prende
----------------  RISPONDI





In risposta a: Alcune considerazioni del 1/3/2011 - 10:46
GD: continuaiamo...
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

1/3/2011 - 22:23

Scusami ma in effetti sono stato costretto dalle rituali 10000 battute a saltare alle conclusioni in modo estremamente affrettato, quando l'argomento meriterebbe fior di trattati; credo però che anche tu sia saltato un po' troppo frettolosamente alle conclusioni opposte.
La mia esperienza sul campo mi riporta al 1992/93, allorché lavoravo come rappresentante di prodotti pet-food nel settore delle macellerie e delle agrarie tra Pisa, Versilia, Apuania e Spezia: in quel periodo iniziavano i primi sensibili di espansione della GD.
A quel tempo le piccole attività commerciali con cui mi raffrontavo, continuavano nella tradizionale pratica del ricarico al 30% rispetto al canale di provenienza (alias Media Distribuzione, oggi pressoché scomparsa, se si fa eccezione per qualche catena generalista come Metro o affini, che di fatto adottato, almeno in parte, qualche meccanismo tipico della GD), mentre i supermercati di allora, pur comprando ad un prezzo superiore rispetto alla Media Distribuzione, riuscivano a imporre una politica di prezzi molto aggressiva e capace di subissare i protagonisti di ben due passaggi commerciali, grazie ad una politica di ricarichi che poteva in taluni casi attestarsi anche sullo 0,5%; naturalmente le migliaia di acquirenti fidelizzati dalla Piccola Distribuzione dimostrarono inizialmente una certa indifferenza per la GD, quando non diffidenza; il meccanismo del profitto finanziario, vera anima della GD, permise quel genere di politica estremamente aggressiva che di lì a poco di avrebbe destabilizzato tutto il sistema dei negozi di vicinato, i quali, non potendo contare su nessun altro reddito che non fosse il ricarico commerciale ordinario, si videro mangiucchiare giorno dopo giorno fette di mercato sempre più significative.
Dunque la politica industriale dei supermercati si attestò sul "consumo del ricarico commerciale" a fini promozionali: in altre parole, mentre i produttori/importatori ancora riuscivano ad imporre la propria strategia di prezzo, fondata evidentemente sui costi di produzione che su argomenti più ticamente "filatelici", per così dire; la politica del ricarico-0 fu la primaria causa di affondamento progressivo della Piccola Distribuzione, dalla quale furono assorbite in percentuale risibile alcune competenze e professionalità.
Una volta venuta meno la PD, ovvero il massimo fattore concorrenziale in libero mercato, sono iniziate le politiche oligopoliste della GD, che intanto ha smesso di praticare il "ricarico zero" promozionale e ad imporre ai disorientati produttori la propria strategia pubblicitaria di cui, scoprirono ben presto, si sarebbero dovuti fare carico, dal piccolo locale alla grande multinazionale.
Fino a quel momento però - e va ricordato - la PD con i propri prezzi non aveva impattato pesantemente sul potere medio d'acquisto di uno stipendio del tempo: sarebbe una fesseria dire che si comprava nei negozi di vicinato perché non c'era alternativa, laddove proprio la grande quantità di unità commerciali assicurava l'assortimento e un relativo equilibrio dei prezzi.
Al contrario sono proprio i supermercati che hanno ridotto la varietà ed il fattore concorrenziale, assicurandosi la capacità di ribassare i prezzi in ragione non del livello qualitativo dei prodotti, ma del proprio soverchiante ascendente sui produttori stessi: imporre ad un produttore una politica di prezzi, significa a ragione indurlo a ridurre i costi di produzione indiscriminatamente, a sorvolare su questioni come la sicurezza delle procedure lavorative, a infittire pratiche e comportamenti lesivi del diritto sindacale e del lavoro, a precarizzare le proprie forze produttive, a ridurne il potere d'acquisto, nonché a rinunciare a materie prime di alta qualità e a processi produttivi qualificati.
Il che equivale praticamente ad una perdita complessiva del potere d'acquisto generale, all'allargamento della forbice tra classi sociali diverse, alla concentrazione oligopolistica delle risorse, alla perdita di posti di lavoro, alla dequalificazione professionale o, più in generale, alla stratificazione verso il basso, condizione ideale per l'ulteriore crescita della GD, o per la trasformazione della residua Media Distribuzione in GD!
Ciò che anche le multinazionali di produzione/importazione ignoravano è il fatto che nel breve volgere di un paio di decenni, anche la loro strategia si sarebbe dovuta piegare ai capricci della GD, pena l'espulsione dal sistema di mercato!
Non è stato naturalmente così per tutte, o almeno non in tutti i settori: c'è chi ha mantenuto un canale di vendita proprietario e, laddove possibile, c'è anche chi ha iniziato a dare filo da torcere al sistema attraverso la vendita on-line che, purtroppo, se può essere ammissibile per alcuni beni o servizi, non lo è senz'altro per una serie infinita di altri, ahimè, irrinunciabili.
La vera e più significativa contraddizione introdotta dalla GD è però e rimane la redditività finanziaria, ovvero gli interessi attivi che, trimestre dopo trimestre, matura in virtù delle dilazioni imposte ai produttori: non dovrebbe essere mistero per nessuno che la rivalutazione "improduttiva" abbia come contropartita la perdita di potere d'acquisto di chiunque non ne benefici, primi fra tutti i produttori con la loro forza-lavoro.
C'è poi un impatto "numerico" su cui è ragionevole indagare: se in luogo di un centinaio di negozi di piccola taglia che potevano garantire un reddito mediamente a due-trecento persone mi si installa un centro commerciale, il lavoro di queste professionalità può tranquillamente essere assorbito da una sessantina di persone, tra le quali, tolte una decina di qualifiche direttive o funzionariali, si conteranno una moltitudine di "livelli base"; ciò implica che, oltre alla riduzione numerica di unità lavorative coinvolte redditivamente nel processo commerciale, si riduce considerevolmente anche il livello retributivo complessivo (immagina una cinquantina di vecchi macellai autonomi, sia stata assorbita dal reparto macelleria di un ipermercato con non più di sette o otto commessi turnisti di reparto, e una venticinquina di cassiere: è chiaro cosa sia successo a livello di reddito, no?).
Erroneamente si pensa che ciò sia a tutto vantaggio del consumatore, ma, ahimè, siamo ancora in errore: il consumatore è a sua volta un ganglio della rete produttiva, in quanto lavoratore a sua volta, autonomo o dipendente che sia; purtroppo i numeri della GD dicono che il numero di lavoratori e la quantità di professionalità coinvolte è immensamente minore nella GD e ciò significa minor circolazione di moneta, minor numero di persone coinvolte nella sua circolazione, minor numero di soggetti economici presso cui farla circolare.
Ma ancora una volta, non è per questo che i prezzi della GD sono inferiori: lo sono perché i produttori sono letteralmente imbrigliati dalla sua capacità commerciale al punto di divenirne "dipendenti indiretti".
L'olio di Calci o il mobile di Ponsacco non sono costosi in virtù di una megera politica protezionistica: è vero che talvolta l'attribuzione di un marchio collettivo è figlio di ignobili compravendite politico-economiche (che non sfuggono però neanche al potere della GD!), ma laddove si è scelto il culmine della filiera produttiva al di fuori del supermercato, l'unica cosa che conti veramente è il "costo di produzione" (una delle ragioni per cui qualche benpensante ha introdotto concetti come il "commercio equo e solidale").
Facciamo attenzione alle aberrazioni industriali: da qualche ingegnoso processo chimico si è riusciti persino a sintetizzare "olio di oliva" dall'olio combusto dei motori a scoppio e ti posso assicurare che, nessuno tra i produttori professionali e semi-professionali collegati alla Strada dell'Olio dei Monti Pisani ti metterà mai in mano un'ampolla con schifezze di quel genere! I supermercati? Chi lo sa... pare che quella porcheria abbia trovato un suo naturale sbocco proprio nella GD! Ed è bene dire che le olive toscane hanno una loro stagionalità che non è sicuramente quella di Spagna, Cile o Grecia, osservazione cui la GD contro-argomenta con l'idea che un solo passaggio commerciale rispetto alla produzione (sia esso Andaluso, della Pampa, degli Altopiani della Cina Meridionale) è una declinazione di "filiera corta".
Ora pensare che centinaia di produttori, siano essi olivicoltori, mobilieri artigianali, o qualunque altra cosa, collegati ad altrettante centinaia di piccole attività commerciali rappresentino una situazione di "monopolio" cui la GD ha messo definitivamente fine, equivale a dire che Gheddafi ha in questi giorni provveduto ad emancipare il suo popolo
Il mio invito a riconsiderare i veri costi, quelli nascosti della GD è un'esortazione a ricalcolare il prezzo di ogni bene, non sulla base di quanto esposto sullo scaffale, ma di tutte le altre variabili, come la perdita del potere d'acquisto collegata all'esistenza della GD, la riduzione di posti di lavoro, la dequalificazione professionale, così come l'aggravio per le collettività dovuto ai costi sociali e alle politiche pubbliche "dedicate", alla distrazione di risorse per il continuo ed incontenibile incremento di volumetrie, ai non secondari disagi per le popolazioni residenti, alle distanze da colmare per raggiungere i punti vendita su cui incidono i prezzi dei carburanti, che per contro erano invece pagati dalla Piccola Distribuzione nei precedenti modelli commerciali... credi davvero che l'olio della "Cristiana Ruschi" o "L'Oro del Colonnello", per quanto possano essere legittimamente avvertiti come cari, ti costino a conti (realmente) fatti di più dell'olio del supermercato? E pensi che il costo "latente" di questo possa realisticamente rappresentare la stessa qualità dei suddetti? Ci impoveriamo con le nostre mani e ci costringiamo a comprare nella GD, ecco la verità!
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In risposta a: Alcune considerazioni del 1/3/2011 - 10:46
A Cittadino come pochi
AUTORE: cinderella
email: -

1/3/2011 - 13:37

Capisco le motivazioni che ti hanno portato a rispondere a Niccolai. Ma la domanda che ti devi fare è un'altra. Perchè l'olio di calci costa 15 euro e l'olio della grande distribuzione costa assai meno? Dobbiamo partire da questa domanda, altrimenti ciò che ricaviamo ci porta fuori strada.
Pensi davvero che l'olio di calci costa 15 euro al KG/litro, solo perchè c'è maggiore lucro? Oppure, magari, le modalità di raccolta, rispetto a quello della GD sono assai diverse? Oppure, magari, gli operai vengono retribuiti con differenti (economicamente) salari? Oppure, magari, la raccolta viene fatta a mano, dunque maggiore manodopera, ma anche maggiore qualità, rispetto alla raccolta con gli "aspirapolveri" direttamente da terra, dunque minore qualità (senza contare aggiunta di borotalco e quant'altro)?
Dunque i mobili che fa IKEA, rispetto ad un artigiano? Ti torna? Altrimenti, credimi, si piscia fuori dal vaso.
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