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La Pro Loco Ripafratta “Salviamo La Rocca” organizza per sabato 18 maggio una conferenza dal titolo “Crocevia di cammini - Il confine pisano-lucchese tra itinerari e cammini, beni storici, turismo sostenibile e volontariato culturale”. L’evento si terrà a Villa Roncioni, nel borgo di Pugnano, comune di San Giuliano Terme, alle ore 10

. . . il sig Marino vuole metter becco dove da anonimo .....
Correva voce, al Circolo, che Bruno della Baldinacca .....
Il tuo forse lo ha guadagnato ultimamente ed il mio .....
Cara manuela
io non so con esattezza i pro e i contro .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Mario Lavia
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di Biancamaria Coli seg. PD Circolo di Nodica
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di Umberto Mosso
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IMMAGINA San Giuliano Terme
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Crollo mura di Volterra; mozione di Pieroni (Pd)
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A cura di Erminio Fonzo
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da Museo del Bosco
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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Dal 17 al 19 Maggio ore 10.00 - 20.00
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Forum Innovazione di Italia Economy" II EDIZIONE
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Valdottavo, 17 maggio
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Pisa: quartiere delle Piagge
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Pisa, 16 maggio
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Credevo di riuscirci mare
Ma non ti potei solcare
Ma è vero giuro è vero
Pur cambiando la vela e mura
Se gira il vento dritta
Al cuore
Per amarti .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
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Qui si discute su: Mamme di giorno? ma le parole hanno valore...

AUTORE: Mina Canarini
email: -

11/5/2011 - 9:28

La cartolina che mi arriva da Tradizione e Futuro rispetto al pianeta Infanzia mi preoccupa moltissimo come cittadina, come donna e madre, come professionista dell'educazione e come educatrice.

Conosco il nido, da dentro, da 30 anni, ne ho visto i cambiamenti culturali, sociali ed educativi.

Nella legge 1044, istitutiva del nido, si prevedeva personale qualificato a garantire l'assistenza sanitaria e psicopedagogica del bambino, già con quella legge la progettualità dei nidi si occupava di costruire contesti di qualità per i suoi destinatari. E ora basta una casa e una donna?

Noi siamo partiti da quel minuscolo articolo citato sopra e tanta strada è stata fatta per connotare il servizio nido come servizio educativo, che aggiunge valore, senso e significato nei percorsi di crescita dei bambini e delle bambine da 0 a 3 anni, per le loro famiglie, per il territorio, la comunità e per le figure professionali che vi operano, dal personale “ausiliario” a quello educativo.

Tanta strada è stata fatta per allontanarsi dalla prospettiva assistenzialistica che da sempre viene evocata per i bambini piccoli e per illuminare quella socio-educativa.

Credo che occorra molta cautela nel concedere la patente educativa alla proposta della tagesmutter, che ha una caratteristica inconfutabile, quella di consumarsi in un ambito di solitudine e di autoreferenzialità.

Una patente educativa ha bisogno di un progetto educativo e formativo, di intenzionalità esplicitata e di professionalità dotate di strumenti culturali e professionali.

Il sapere professionale accumulato in 40 anni dall'esperienza dei nidi ha messo in luce la delicatezza e l'importanza dell'azione educativa, azione educativa che pervade la quotidianità del rapporto con un bambino piccolo in qualsiasi situazione.

La proposta delle tagesmutter, come servizio domiciliare, è inserita in un progetto della ministra Mara Carfagna. Una proposta che cerca di dare risposta ad una serie di domande sociali e di educazione. Come al solito, spesso non sono i problemi che hanno colore politico, ma lo hanno le soluzioni trovate. E questa soluzione veicola significati che non condivido. Perchè danno un colpo di spugna all'idea che la crescita di un bambino non sia un fatto privato, di cui ci si può lavare le mani, all'idea che non basti essere donna e madre per fare l'educatrice, all'idea che il concetto di lavoro porta con sé un'idea di garanzia sindacale, di un sistema formalizzato di diritti e doveri, di formazione iniziale e in servizio, all'idea che i bambini e le bambine sono soggetti di diritti e non solo di cura, di tutela o di assistenza, all'idea che la famiglia, la casa e il lavoro di cura sia solo un compito “donnesco”, all'idea che serva “cultura”, e formazione specifica e continua per fare la professione dell'educatore. Bastano davvero 250 ore di formazione e un titolo aspecifico?

Voglio fare un po' di domande vista la sicurezza con cui si espone questa soluzione: ma la tagesmutter con chi concorda un progetto educativo? Con chi condivide lo sguardo sul bambino? Con chi condivide la fatica del lavoro educativo? In caso di bambino diversamente abile che succede? Chi prepara i pasti e pulisce?( non si tratterà mica di una figura con mansioni indifferenziate?) Come gestisce i colloqui con i genitori, la documentazione, la verifica e la valutazione del suo percorso educativo, le sue scelte pedagogiche? Come sono garantiti i diritti minimi di lavoro, ferie, malattia...? quale costo ha? Che orario ha questo servizio? Come si tutela un ente pubblico, in questo caso il comune rispetto alle garanzie che deve fornire rispetto alle famiglie, rispetto ai contenuti dell'azione educativa, rispetto alle scelte metodologiche, alla sicurezza fisica, emotiva, affettiva e cognitiva del bambino e della bambina? E la famiglia come la costruisce la relazione di fiducia? Provate a digitare la parola tagesmutter e leggerete parole che veicolano “privatezza” della relazione educativa e del patto formativo con i genitori, una privatezza che non può appartenere al mondo dell'educazione.

Occorre molta cautela nel dare la patente educativa a queste “novità educative” anche perchè i soggetti a cui vengono dedicate sono ancora oggi soggetti deboli: i minori( non a caso vengono definiti così) e le donne, occorre fare attenzione, perchè sarebbe a dir poco spiacevole, se dopo molti anni passati a liberare mani, teste, cuori si costruissero nuove prigioni, più sofisticate e subdole di quelle del passato.

Occorre cautela perchè il dubbio è che queste soluzioni creative siano una scappatoia al fallimento di una certa politica che “fa minori spese” per i servizi educativi, ad esempio tagliando del 10% il Fondo Nazionale Infanzia e Adolescenza rivolto a sole 15 grandi città del nostro paese e che siano una risposta al problema solo in termini di costo.

Il dubbio è che questo tipo di servizio sia meno costoso solo se il personale ha un basso profilo professionale, e se mancano le tutele riguardo ad un sistema di diritti e doveri dei lavoratori.

Il capitolo costo del servizio nido aprirebbe una riflessione molto ampia, figuriamoci se parliamo di servizi integrativi siano asili domiciliari o altro.

Secondo me l'esperienza dei servizi domiciliari ha un senso solo se inserita in un sistema territoriale più ampio e diversificato dei servizi socio-educativi 0/3 per garantire confronti, scambi, occasioni di crescita, coordinamento e governo del sistema a 360, per verificare il procedere dell'esperienza e superare la solitudine professionale in cui sono situate le figure dell'educatrice familiare e domiciliare.
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In risposta a: Cara Milena.... del 11/5/2011 - 15:52
ai posteri.....
AUTORE: otto
email: -

11/5/2011 - 23:09

mi rivolgo a Romina, da come parli sei molto sicura di te ,ma sei anche molto,scusa la parola ,presuntuosa , forse se tu lasciassi a gli altri valorizzardi dopo aver dato prova delle tue indiscusse capacità avresti più punti.Ciao..
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In risposta a: congratulazioni del 11/5/2011 - 20:43
dove eravamo?
AUTORE: Mina
email: -

11/5/2011 - 22:53

io so dove ero io, e sono sempre stata a fare il mio lavoro e a difendere la cultura dell'infanzia,la necessità della formazione per fare il lavoro educativo...tutto quello che ho scritto, non sono belle parole sono la quotidianità di chi lavora nei servizi educativi con serietà. Se invece si riferisce a Vecchiano quello che c'è è un nido convenzionato, gestito da una coperativa sociale che gestisce altri nidi a Pisa, e li gestisce con competenza e con personale qualificato, con titoli e corsi di formazione in servizio.
mi pare una scelta molto diversa dai nidi domiciliari.
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In risposta a: Mamme di giorno? ma le parole hanno valore... del 11/5/2011 - 9:28
nido domiciliare a Vecchiano
AUTORE: Giorgia
email: -

11/5/2011 - 22:12

E basta con questa demagogia sui nidi domiciliari!
Io ho 3 bimbi piccoli e ieri pomeriggio ho tenuto anche due loro amichetti la cui mamma aveva un impegno.
Questo non è un nido domicialiare?
Ci vuole proprio la vostra lista per scoprire l'acqua calda a Vecchiano!
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In risposta a: In risposta.... del 11/5/2011 - 16:08
Nidi domiciliari
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

11/5/2011 - 22:10

Cara Romina, l'idea di per sé non è sicuramente da buttare o, almeno, non è una di quelle pessime trovate a cui mediamente si può ricorrere in una campagna elettorale.
Tuttavia, quando si prendono a modello altri ordinamenti scolastici, bisogna fare il doveroso sforzo di comprenderli nella loro interezza: se partiamo dal presupposto che in Italia trova accoglienza in un nido d'infanzia un bambino su dieci, mentre ad esempio, in Norvegia ad oltre il 95% dell'infanzia in età pre-scolare tocca un posto nelle strutture equipollenti, vuol dire che l'approccio legislativo in materia è totalmente diverso.
Finché non ci renderemo conto che il diritto allo studio, includendo la sua fase pre-scolare è non soltanto inalienabile e pubblico, ma anche un investimento sul futuro, andremo ben poco lontani.
Inoltre la competizione fra pubblico e privato in Italia è tipicamente al ribasso: quest'ultimo si trova mediamente nella condizione di non ottemperare, se non di by-passare totalmente - importanti disposizioni, in special modo in materia di sicurezza e sorveglianza, così da abbattere costi altrove inevitabili.
In questo clima qualunque esperimento è destinato a fallire miseramente non per volontà di chi lo propone, ma, banalmente, per eterogenesi dei fini.
Il nido domiciliare è comunque uno dei tanti possibili modi per scaricare sulle famiglie i costi sociali dell'accudimento della prima infanzia, nonché di arrotondare le entrate di qualche volenterosa famiglia sul modello anglo-sassone che non è fra i migliori paradigmi planetari.
C'è invece una concezione da cambiare, un approccio alla scuola pubblica che non è quello della Gelmini e che dovrebbe ponderare l'immissione dei nidi nel curriculum scolastico.
Cambiata la concezione allora si possono ponderare i nidi domiciliari: ma non prima che il dispositivo giuridico nazionale riconosca de facto il diritto di esistere!
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In risposta a: congratulazioni del 11/5/2011 - 20:43
Mamma.
AUTORE: .........
email: -

11/5/2011 - 21:35

E tu dov'eri nell'orto a vangare e parcheggiare i tuoi figli a scuola.
Io non ti ho mai visto a conbattere per la scuola....! Fidati altrimenti saresti passato anche da me!
Coerenza altrimenti silenzio.
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In risposta a: Mamme di giorno? ma le parole hanno valore... del 11/5/2011 - 9:28
congratulazioni
AUTORE: Lillo
email: -

11/5/2011 - 20:43

belle parole ma negli ultimi anni dove eravate e cosa avete fatto per l'infanzia??
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In risposta a: Mamme di giorno? ma le parole hanno valore... del 11/5/2011 - 9:28
In risposta....
AUTORE: Romina Taddei
email: -

11/5/2011 - 16:08

Probabilmente la sig.a Canarini non ha letto bene l'articolo che ho firmato.
1)Il nostro progetto sui nidi domiciliari "trova ispirazione dalle tagesmutter" e non è un progetto di tagesmutter;
2)i nidi domiciliari andrebbero ad integrare le realtà già esistenti sul territorio (nidi privati) e quindi non sarebbe assolutamente "una realtà di solitudine professionale" (e anche questo è scritto = raccordo psicopedagogico), garantendo ai genitori la possibilità di scelta.
3)La normativa è molto chiara riguardo la preparazione professionale richiesta all'educatore;ribadisco inoltre la presenza di un coordinatore psicopedagogico e la formazione in itinere. Una domanda: ma lei quando ha iniziato a lavorare aveva già 30 anni di esperienza?
4)Il nido domiciliare "non è una casa e una donna", ma UN PROGETTO EDUCATIVO VERO che mira al BENESSERE DEL BAMBINO nella sua dimensione globale; il numero limitato di bimbi permette una maggiore attenzione alle esigenze, caratteristiche e potenzialità di ciascuno
6)La mia generazione è cresciuta nei primi 3 anni di vita in contesti domestici; io mi ritengo fortunata perchè proprio questa esperienza mi ha permesso di accedere alla scuola materna con un bagaglio spendibile e ha messo le basi per formare la persona che sono oggi;
5)Riguardo ai tagli dei fondi per l'infanzia, "al colore politico delle soluzioni trovate", le argomentazioni che portate voi di IPV,sono sempre le stesse che usate nei momenti di difficoltà, da quando è iniziata la campagna elettorale . A Vecchiano un taglio ai fondi per l'infanzia non può essere fatto perchè NON SONO MAI STATI INVESTITIT FONDI PER L'INFANZIA.
Potrei continuare ad argomentare la scelta di questo progetto, ma credo che difficilmente si possa arrivare ad un punto d'incontro, visto che per lei,per voi, DONNE E BAMBINI sono "soggetti deboli", mentre per me, per noi di TRADIZIONE E FUTURO, sono RISORSE INESTIMABILI!
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In risposta a: infanzia sì, infanzia no...infanzia speriamo del 11/5/2011 - 14:28
Cara Milena....
AUTORE: Romina Taddei
email: -

11/5/2011 - 15:52

....il servizio dei nidi sarebbe pubblico, perchè "...l'ente comunale ne regola il funzionamento e garantisce gli standard qualitativi previsti dal punto di vista ambientale che educativo...". Ad oggi il servizio pubblico a cui fai riferimento NON ESISTE!
Caro Fabio nessuno ha messo in discussione la preparazione e la professionalità della sig.a Canarini; vorrei che fosse fatto altrettanto!
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In risposta a: Mamme di giorno? ma le parole hanno valore... del 11/5/2011 - 9:28
infanzia sì, infanzia no...infanzia speriamo
AUTORE: marilena nencini
email: -

11/5/2011 - 14:28

Fa riflettere la provenienza delll'intervento a favore dei nidi domiciliari proprio da una persona che opera nella scuola pubblica. Al di là dell'incongruenza deontologica,è chiara la linea governativa a carico della promozione di un processo formativo fuorviato dall' ambito pubblico: un altro passo verso lo svuotamento delle istituzioni, di marca politica molto connotata.
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In risposta a: Mamme di giorno? ma le parole hanno valore... del 11/5/2011 - 9:28
La vera professionalità SI LEGGE.
AUTORE: Fabio Ceccherini
email: -

11/5/2011 - 11:58

Quando si affrontano argomenti sensibili come l'infanzia bisogna "aver studiato" tanto e bene. Sulla Voce sono apparsi articoli di candidati consiglieri che con leggerezza hanno affrontato un problema così delicato. Credo che il contributo competente e appassionato di Mina sia un insegnamento a coloro che con sufficienza credono di essere capaci e innovatori...." e chi vuol intendere..intenda "
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In risposta a: Mamme di giorno? ma le parole hanno valore... del 11/5/2011 - 9:28
Non possiamo avere sempre dubbi...
AUTORE: Mamma anche io
email: -

11/5/2011 - 11:21

Giustamente lei pone dei problemi che non possono essere sottovalutati ,tuttavia, nemmeno sorpavvalutati.
Evitando la polemica relativa alla difesa della sua categoria, le garantisco che in Paesi molto più evoluti dell'Italia (Francia e Germania in prima fila) si trovano le tagesmutter che hanno dovuto partecipare - per obbligo - a corsi di qualificazione. Anche il contesto ambientale, ovvero la casa della taggersmutter, deve essere valutato e analizzato e messo in sicurezza per i piccoli. Fatto questo non capisco perché ciò non debba avvenire.
Quanti nidi convenzionati con l'Ente locale ci sono? I nidi "privati" quanto costano? Tutti possono permettersi tutto? Io dico che quella proposta da T&F è una soluzione equa, responsabile se si garantiscono tutti i punti di sicurezza: sicurezza degli ambienti e qualità - competenza di chi vorrebbe svolgere questa funzione.
Affidare un bambino o 10 bambini a una persona, cambia? Si immagini tutte le giovani ragazze che si offrono come babysitter... dovremo abolire questa pratica?

Lei ha anche qualche ruolo politico?

La invito a riflettere...
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