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Qui si discute su: La sinistra e la guerra in Libia
AUTORE: Franco Giuntoli
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22/3/2011 - 18:04
Qualche guerra ci sarà sempre, anche se l'Italia, giustamente, la ripudia come strumento di offesa.... Consente però, in condizioni di parità con gli altri stati, alle limitazioni di sovranità.... e promuove e favorisce le organizzazioni internazionali.... (si rilegga l'art. 11 Della Costituzione al completo, senza accontentarsi dei cartelli stradali, e si vedano anche gli artt. 52 e 78 almeno).
In questo conflitto molto è incerto e intempestivo; né credo a guerre prevalentemente umanitarie, anche se necessarie per evitarne altre peggiori. Sono però amareggiato e sconcertato dal comportamento emotivo e scomposto di una parte cospicua della sinistra che si dice radicale, vera, ma in realtà è infantile e in fin dei conti contraria alla stabilità o ai tentativi di ricondurre il conflitto su basi più solide e per noi più convenienti, almeno per un po'. Mi pare una sinistra nociva quanto è desolante quella francese (dall'«Humanité» a «Libération»), che anche in questi ultimi giorni deplora, giustamente, la debolezza dell'opposizione in Italia manifestando allo stesso tempo la sua afona grandeur. Tanto per fare un esempio, si confronti "Liberazione" con "l'Humanité" di oggi, che nell'epigrafe dice di voler "cambiare il mondo" ma pare preoccuparsi, più che di questioni etiche e cosmopolitiche, di quanto costi ai contribuenti (l'ouvrier français!) un'ora di carburante del loro caccia Rafale. La Gauche sa fare i propri interessi più dei tribuni della Padanía!
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