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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Non cancellerò
Quella foto tua
Come la gioconda
E la rosa gialla
Sulla pelle mia
Stare insieme a te
In quest anni miei
Insieme a tutto il resto
Tu .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
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Qui si discute su: misteri della fede

In risposta a: del
misteri della fede
AUTORE: un consumatore perplesso
email: -

27/2/2011 - 22:47

Gli ultimi interventi del forum sono a favore dei negozi di vicinato, che vendono prodotti freschi, , di qualità ecc. mentre la grande distribuzione avvelena i consumatori.
Allora, non riesco a capire come mai i piccoli negozi chiudono uno ad uno, i pochi rimasti aperti si lamentano come é successo di recente per gli esercizi di Vecchiano (sul TIRRENO) che sono sull'orlo del tracollo, qualcosa non torna o si predica bene e si razzola male o si racconta un sacco di fandonie per dimostrare l'inutilità del centro commerciale CTC IKEA OVAIO.
Gli abitanti del comune di Vecchiano negli ultimi anni sono notevolmente aumentati a causa del "boom del mattone selvaggio" ma questo non ha portato vantaggio economico poichè molto probabilmente i nuovi residenti vanno ad acquistare altrove.
Per quanto poi riguarda la qualità dei prodotti dei negozi di vicinato non sempre tutti sono così onesti, soprattutto per quanto riguarda la freschezza, é difficile garantirla quando c'é poco smercio, a me é capitato di comprare un prosciutto crudo che sapeva di "vecchio".
----------------  RISPONDI





In risposta a: Alcune doverose precisazioni del 3/3/2011 - 20:44
quale sinistra 2
AUTORE: Armando
email: -

5/3/2011 - 11:06

Lei mi sembra che stia facendo un gran pasticcio, parla di tante cose insieme senza un nesso logico, ma a me questo non interessa, sò bene distinguere e comprendere certe argomentazioni che possono fare effetto su certe persone ma non su chi ha un minimo di preparazione.
Premetto che io non sono particolarmente interessato ne a IKEA ne alla grande distribuzione però rimango piuttosto perplesso per quanto riguarda la sua avversione per queste strutture.
Una persona che si dichiara di sinistra come mai non si é mai opposto alla costruzione delle numerose villette che hanno fatto scempio del nostro territorio, in quel caso si é favorito costruttori e quindi capitalisti senza scrupoli, addirittura nell'edilizia si usa manodopera strniera quasi sempre al nero.
Le ricordo che per aprire una piccola attività economica occorre avere un capitale, che può essere finanziato da una banca, la banca senza garanzie come lei sa non concede niente, anche i tassi d'interesse sono un onere non indifferente é il gatto che si morde la coda.
Per certe classi sociali più deboli é quindi una scelta obbligata optare per il lavoro dipendente.
Nei paesi dell'ex comunismo la proprietà privata e la libertà d'iniziativa privata come lei sa non esistevano, tutto apparteneva allo stato basta ricordare i famosi magazzini GUM simbolo del regime dell'unione sovietica.
Io credo che la sinistra con mio dispiacere stia attraversando una forte crisi perchè ormai non rispecchia quelle che sono le problematiche sociali e si allontana sempre di più da quelle che sono le esigenze della classe operaia.
Io lavoro in un mondo vicino ai giovani e provo sgomento quando parlano delle loro opinioni politiche, la sinistra deve tornare ad un contatto diretto con la realtà, vicino alla gente e non agli interessi di pochi come succede nel comune di Vecchiano.
----------------  RISPONDI





In risposta a: A voglia di studià del 4/3/2011 - 16:48
Sintesi...
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

4/3/2011 - 23:20

No Pippo,
ti do atto che in sintesi effettivamente non ho mai brillato un granché: non è mai stata la mia specialità e addirittura ho concepito un riassunto più lungo del testo originale. Che ci vuoi fare? Colgo comunque l'occasione per dare un'errata corrige sul mio ultimo post relativo agli asili nido dal titolo "Comprendere i meccanismi del sistema": ho scritto l'ordinamento legislativo include questo ordine di scuola nel percorso formativo..." ma ho dimenticato di inserire la negazione "non" davanti a "include" e nell'ultima frase ho ripetuto due volte "c'è il serio rischio".
A presto
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In risposta a: Questione di metodo del 4/3/2011 - 13:14
A voglia di studià
AUTORE: Pippo l'Ortolano
email: -

4/3/2011 - 16:48

O Alessio, avrai studiato tanto e bene a scola, ma in sintesi un brillavi di siuro.
----------------  RISPONDI





In risposta a: quale sinistra? del 3/3/2011 - 0:15
Questione di metodo
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

4/3/2011 - 13:14

Gli stolti mettono a nudo i limiti e le contraddizioni della democrazia, trasformandola in "mediocrazia"; e gli stolti pullulano non in giro per questo o quell'altro forum, ma ovunque si affermi qualcosa senza darne conto, senz'argomentare o, eventualmente, contro-argomentare.
A chi mi invita a "tornare a scuola" è bene sappia che prima o poi potrei anche farlo, ripartendo dal terzo anno di Lettere e Filosofia, corso di laurea in Storia Contemporanea bruscamente interrotto per cause di forza maggiore, dopo un eccellente trascorso liceale...
Onore all'avversario politico che sappia argomentare le proprie affermazioni, dica pure e tranquillamente perché è favorevole al progetto CTC-Ikea, dica che cosa ne ricaverà personalmente, lasciando perdere le stupidaggini sull'opportunità occupazionale che ormai non fa più presa neanche sui maiali nella trugola , dica pure cosa guadagna dalla "riqualificazione" dei cortili di cava, che altri non è se non uno dei tanti sordidi tentativi di riaprirle, dica quale impatto potrà avere la riapertura del traffico automobilistico tra Marina di Vecchiano e Torre del Lago.
Se non peraltro, il Berluska si può fregiare del fatto di raccontare schiettamente (e aggiungo grettamente) perché il Governo prenda certi provvedimenti: ai Cristiano-Riformisti ha detto abbastanza chiaramente, ad esempio, che i figli di papà devono essere garantiti nel diritto di non frequentare la scuola pubblica al fine di poter completare degnamente l'educazione impartita ogni giorno dalle reti Mediaset, dall'Aran Endemol, dalla De Filippi, da un buon 80% della programmazione RAI (vedi Minzolini, Vespa e a breve Ferrara)... niente di personale immagino, in fondo che interessi ha con CEPU e/o Grandi Scuole nel sostenere tale posizione?
Non posso non riconoscergli l'onestà intellettuale (su altri tipi di "onestà" mi auguro faccia luce definitivamente la Magistratura nella prima decade d'Aprile!) delle proprie motivazioni: badiamo bene, ancora non si tratta di argomentazioni perché non ne potrebbe esistere una che non ammetta la contraddizione fra la funzione di chi sia stato chiamato a fare l'interesse della collettività ed il proprio bieco interesse personale, ma almeno è già qualcosa!
Qui invece si continua a sparare alla cieca, senza alcuna motivazione apparente che non sia l'antipatia politica o personale: mi piacerebbe sapere ad esempio da chi sostiene che il Comune sia stato proiettato dall'amministrazione ancora in essere nel Terzo Mondo, dimenticando al limite dei transfughi che in ogni caso avrebbero contribuito in tal senso, a che cosa si debba l'onore di una tale affermazione.
Fosse una vittima dell'alluvione del Natale 2009, ancora ancora potrei capire, per quanto sicuramente incapace di ripartire fra tutti i potenziali corresponsabili l'eventuale responsabilità dell'accaduto... ma così mi sembra eccessivo!
Poteva fare di meglio la maggioranza in questo decennio? Senz'altro e indiscutibilmente, ma, fatta eccezione per l'ultimo atto di defezione dei transfughi, si è sempre attenuta al programma sottoscritto e votato dagli elettori, inesorabilmente.
Programma poco ambizioso? Forse sì, altrimenti non starei neanche a parlarne, ma sicuramente alla portata anche di quei vecchianesi che senza l'apporto di grandi capitali stranieri non si sentono all'altezza di creare posti di lavoro!
C'è un salto di qualità da fare, altro che sprofondare nell'articolato sistema di contraddizioni e ricatti della GD, già noto ai sangiulianesi; ma nel frattempo, laddove ad esempio la Riforma abbia precipitato nel caos la scuola italiana, Vecchiano, grazie anche all'impegno profuso da Serena Dilda prima di gettarsi sul progetto CTC-IKEA, è riuscita a contenere l'impatto devastante, investendo sul futuro, sulle mense, sui progetti, sul trasporto pubblico, etc.
E il Regolamento Urbanistico? Per la prima volta a Vecchiano si adotta questo strumento ed è ammirevole che la sua enunciazione abbia deliberatamente rimandato alle "Osservazioni" le istanze private, senza favorire questo o quell'altro Cristo, prefigurandosi come sistema di programmazione attento alle necessità collettive, non ai piagnistei del singolo.
Sicuramente ci sono contraddizioni e lati oscuri anche nell'operato di questa maggioranza, vicende sulle quali sono necessarie ancora risposte, analisi e, magari, riformulazioni; in pressoché tutti i miei interventi ho cercato di spingere i suoi componenti all'autocritica, di stimolarli a pensare alle nuove sfide del futuro con intelligenza, senso di appartenenza e amore per il territorio e, potete scommetterci, continuerò a farlo in tutte le sedi e occasioni mi sia concesso farlo, qualunque sia la posizione che come partito decideremo di adottare nei suoi confronti.
Smettiamola però con gli interventi "staccia buratta", con chi, pensando di esprimere un'opinione butta lì una fregnaccia disarticolata, senza alcuna ragionevole autorevolezza analitica: l'opinione è sempre ben accetta, quand'anche irrispettosa o provocatoria, se fondata e legittimata da un ragionamento.
L'economia politica, per quanti non riescano a farsi una ragione di post lunghissimi, merita disamine che vanno ben aldilà delle canoniche 10000 battute del forum, l'utilizzo di parole di non semplice o immediata comprensione, ed il tentativo di dimostrare i meccanismi perversi per mezzo dei quali ciò che avviene a livello nazionale (talvolta mondiale) si ripercuotono inesorabilmente anche su Vecchiano.
Infine cari teffini, se qualcuno si è fatto l'idea che pendiate dalle labbra delle più autorevoli forze della destra parlamentare, non mi sembra così scandaloso, dato il background di certi sostenitori... doveste vincere la prossima tornata elettorale, mi auguro che la cara Silvia Silvestri sia in grado di assicurarvi i favori di Ministri come Matteoli più di quanto l'ostico Rudy non sia riuscito a fare in questi 10 anni, perché altrimenti vi trovereste a dover dipendere quasi unicamente dal misero gettito che Ikea sarà in grado di garantirvi, o da quello dai dazi imposti alle imprese di coltivazione ed escavazione nei cortili di cava.
----------------  RISPONDI





In risposta a: Alcune doverose precisazioni del 3/3/2011 - 20:44
un si apisce nulla
AUTORE: Bakkagliarò
email: -

3/3/2011 - 23:15

Caro Alessio, se tu scrivessi meno e più sensato,(almeno da capirci un poinino)ma fai un gran barbuglio che sembra tu
scriva in una lingua sconosciuta. Salti da un argomento all'altro sensa cognizione di causa e non si sa mai cosa vuoi.
Le scuole sono poche ma ci sono,fatti coraggio iscriviti.Poi parleremo di tutti i problemi del nostro Comune.

Bakkagliarè sempre
----------------  RISPONDI





In risposta a: Alcune doverose precisazioni del 3/3/2011 - 20:44
stringi
AUTORE: albo
email: -

3/3/2011 - 22:54

Sei molto preparato ma cerca di essere piu semplice perchè rimani pesino
----------------  RISPONDI





In risposta a: Alcune doverose precisazioni del 3/3/2011 - 20:44
errata corrige
AUTORE: Tribulus
email: -

3/3/2011 - 22:14

Nella foga CTC ("Consorzio Toscano Cooperative")
In realtà è "Consorzio Toscano Costruzioni"..
Comunque invidio la sua penna, così felice, condivido molte delle cose che evidenzia e il ragionamento che c'è dietro.
Certo se avesse anche il dono della sintesi sarebbe perfetto
:-)))
Saluti
----------------  RISPONDI





In risposta a: quale sinistra? del 3/3/2011 - 0:15
Alcune doverose precisazioni
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

3/3/2011 - 20:44

Tanto per cominciare, a chi ha confuso i «mobilieri di Ponsacco» cui mi sono riferito in un mio precedente post, con il fantomatico «commerciante di Mobili di Pontasserchio» non estendo l'enunciazione per mobiliere del dizionario di Italiano, perché ammette tanto chi "fabbrica" quanto chi "vende" i mobili... ma l'argomentazione mi sembra estremamente pretestuosa: stavo parlando di "eccellenze territoriali" che per definizione si attribuisce ai produttori e, generalmente, quasi mai alle loro commerciali.
Detto questo un breve salto nel passato ed uno più lungo nel presente per sviscerare "the dark side of the Cooperation" o perlomeno, iniziare un confronto su quella particolare declinazione della GD.
È del 1854 il primo esperimento noto di cooperazione nel settore del consumo e, manco a dirlo, della Torino che solo 7 anni dopo diverrà prima capitale dello Stato Unitario, nome in codice "Alleanza Cooperativa Torinese".
Me la immagino come qualcosa di non particolarmente dissimile dagli odierni GAS, fatta salva una probabile maggior sensibilità alle tematiche di prezzo rispetto a quelle qualitative.
Il processo di internazionalizzazione del processo produttivo era in atto, ma la tecnologia, in particolare per ciò che attiene i trasporti (dovranno trascorrere ancora 45 anni perché proprio a Torino nasca la FIAT!) non poteva garantire neanche lontanamente il flusso di merci a cui, da non più di una ventina di anni ci siamo abituati a veder transitare; è assai probabile che le merci fossero numericamente molto limitate in ragione di una produzione ancora decisamente non industrializzata, che la loro varietà fosse estremamente limitata ed i prezzi tendenzialmente fuori dalla portata della maggior parte dei consumatori.
Poiché gli strumenti di produzione per quei tempi erano decisamente arretrati e la loro capacità produttiva limitata, è ragionevole pensare che nella creazione di un gruppo di acquisto, magari di estrazione operaia, fosse connaturata una missione attinente la salvaguardia del potere d'acquisto delle classi sociali più deboli, laddove nessuna significativa e ridondante attività commerciale che non fosse proprio il negozietto di vicinato, si interponeva tra il produttore - allora decisamente assimilabile allo stereotipo del "bieco padrone" - ed il consumatore.
Come dire che a dettare le regole di mercato erano gli stessi produttori (o proprietari dei mezzi di produzione che dir si vogliano), inclini a dare luogo a profitti molto elevati, a fronte di costi di produzione non particolarmente pesanti (considerando la condizione retributiva, sindacale e lavorativa in genere della classe operaia nel XIX secolo, ci possiamo rendere conto di quale accumulo di capitali si rendesse responsabile il modulo produttivo!).
La creazione di un gruppo d'acquisto, tanto più se cooperativo, doveva rappresentare un traguardo estremamente ambizioso, nonché una misura necessaria per contrastare il soverchiante potere contrattuale dei produttori, tanto più se i consumatori si rivelavano essere quegli stessi operai impiegati nei processi produttivi con salari da fame.
Ma da qui a dire che la "cooperazione nell'acquisto" è il migliore o l'unico strumento a cui la classe operaia oggi possa ricorrere per calmierare le politiche di prezzo, mi sembra decisamente fuori dal seminato, tanto più se riferito a gruppi che ben poco hanno a che vedere con l'intento iniziale.
Certo Coop e Conad hanno caratteristiche anomale rispetto al resto della GD, non sono insensibili alle tematiche della filiera corta, alla salvaguardia ambientale, e da sempre coltivano genericamente un'idea di tutela dei consumatori che non si limita soltanto alla politica dei prezzi, ma anche ad un approccio qualitativo di prim'ordine.
Ciò non di meno, ahimè, non sfuggono alle regole della GD: l'indirizzo cooperativo non ha impedito de facto che tra i quasi 1450 punti-vendita in Italia della Coop, ce ne fossero alcuni abbastanza "speciali" non soltanto per dimensioni, ma anche per personalità giuridica di società di capitali (che non la mette al riparo dagli avventori speculativi e dai predatori di borsa, di qualunque provenienza politica o sociale essi siano!); non ha impedito neanche che ciascun gruppo producesse un profitto finanziario, in ragione del solito devastante sistema della dilazione nei pagamenti oltre i 90 giorni, ne' che si avvicinasse ad un circuito bancario, quando addirittura non se ne creasse uno.
Inoltre, contraddizione non secondaria, i punti vendita più grossi concentrano la circolazione monetaria, senza che ciò incida positivamente sugli indici di inflazione.
Peraltro, argomento non da poco, se di gruppo d'acquisto deve trattarsi come ci vogliamo spiegare proprio il novero di dipendenti e impiegati, siano essi assunti con contratti da lavoratore subordinato o da socio-lavoratore che circolano in questi gruppi?
Non mi voglio immaginare cosa succederebbe al GAS di Vecchiano se la Maria del Sarto, così appassionatamente dedita alla ricerca dei produttori più credibili, all'offerta più qualitativa, e a cercare di soddisfare, talvolta con successo, altre meno, le istanze dei membri del gruppo sempre e comunque "aggratisse", ad un certo punto non iniziasse a reclamare un proprio stipendio: che impatto potrebbe avere sul gruppo?
Anche per quanto riguarda la gerarchia funzionale, trovo che le cooperative siano organizzate pressappoco come tutti gli altri gruppi di GD, in barba all'estrazione operaia: qualcuno ha il coraggio di negare che la cassiera di una Coop guadagna quanto il suo direttore?
E si può seriamente presumere che un Nizzoli possa, con il proprio modulo produttivo a carattere non industriale, permettersi il lusso di vendere attraverso una Coop, magari continuativamente e secondo, non gli standard qualitativi pretesi (non ci sarebbero problemi di sorta!), ma secondo quelli quantitativi?
Indubbiamente da Coop e Conad mi posso aspettare un'evoluzione diversa da quella di altre catene commerciali: il patrimonio storico-culturale che vantano è ben diverso da tutti gli altri, le prospettive e gli orizzonti estremamente differenti; tuttavia c'è bisogno di segnali forti rispetto a certi meccanismi condivisi con il resto della GD!
Ed è bene ricordare che, a dispetto dell'iniziale vocazione operaista che tante cooperative rivendicano (non esistono solo quelle di consumo) in ragione di iniziative talvolta provvidenzialmente intraprese dai lavoratori di un'azienda per la salvaguardia di un posto di lavoro altrimenti perduto, anch'esse si evolvono nel sistema economico, se riescono a sopravvivere alla loro fondazione e dopo non molto tempo, riproducono modelli di divisione del lavoro non atipici delle altre imprese; alcune peraltro arrivano ad utilizzare una peculiarità della propria personalità giuridica, quella cioè di poter coinvolgere nella proprietà condivisa soci che altrove dovrebbero essere assunti come dipendenti, per abbassare i costi di produzione.
Ma non c'è da preoccuparsi se il Berluska ha tuonato e inveito pubblicamente contro le società cooperative: egli stesso ne controlla una miriade (non dovrebbe essere un controsenso che qualcuno possa "controllare" una cooperativa?) e non ci sarebbe da stupirsi se lo scoprissimo socio azionario in qualcuna con personalità di società di capitali.
Piuttosto mi chiederei una cosa: passando di fronte ad una sezione del PSI ai tempi di Craxi, ad una del PDS a quelli di Occhetto, ma forse anche davanti a tante del PCI di fine anni '80 (ancora ricordo un documento della FGCI di allora, "segretariata" da un giovane Massimo D'Alema, che sanciva l'abbandono ufficiale del "rapporto privilegiato" fra i giovani Comunisti Italiani e la classe operaia), per quanto fuori potessero sventolare le rituali bandiere rosse, a nessuno è mai venuto il dubbio che li dentro si dibattesse intorno ai problemi degli operai, dei proletari e/o delle fasce più deboli della società... ci aspettiamo forse che una cooperativa, specie se appartenente alla GD, per quanto sventoli a suo modo le proprie "bandierine", sia interessata a qualcosa di diverso se non hai pochi spiccioli rimasti a fine mese nelle tasche dei lavoratori?
Non sarà piuttosto che, con un abile "colpo di stato dell'intelletto" qualcuno intende sdoganare il CTC (appunto "Consorzio Toscano Cooperative") come l'avanguardia della classe operaia?
----------------  RISPONDI





In risposta a: quale sinistra? del 3/3/2011 - 0:15
sono contento
AUTORE: simone7002
email: [protetta]

3/3/2011 - 15:35

Qualche giorno fa ho lanciato alcune notizie sulla GD e noto con piacere che una discussione seria e pacata è iniziata, segno che si stà riflettendo sul tema.
Non sono il diretto interessato alla tua domanda ma, se mi permetti, condividendo molti aspetti di Alessio, posso confidarti alcune mie riflessioni.
Anzitutto, la GD ha degli aspetti positivi rilevanti, l'aver consentito a più persone di acquistare prodotti che diversamente non avrebbero potuto.
Anche l'aspetto occupazionale non è irrilevante ma le condizioni sono note a tutti e puntare il dito tra colpe, ricatti e approfittatori non è che si vada lontano, di sicuro molti piccoli negozi avrebbero occupato le stesse persone, forse a condizioni migliori ma con qualche rischio in più, comunque questa analisi è complessa e la sede inopportuna.
Dalla mia esperienza lavorativa e di consumatore farei dei distinguo tra la GD in genere e le coop, perchè se è vero che in parte tutte si somigliano, la coop ha il vantaggio e la capacità di diversificare i prodotti valorizzando anche quelli locali e a basso chilometraggio, imponendo anche livelli di sicurezza igienico sanitari di tutto rispetto e con rigidi sistemi selettivi ed esclusivi, nel senso che se sgarri sei fuori.
E' anche vero che coop (e non solo) essendo una cooperativa ha un regime fiscale diverso ma diverso è anche il targhet di bilancio, recentemente ho discusso della cosa con chi sosteniene che avere una attività sottoforma di cooperativa è di fatto una forma di concorrenza sleale, proprio per il diverso regime fiscale, rispetto alle normali società, non entro nel merito, ma visto che la forma societaria non è imposta e che non abbiamo il 100% di cooperative, ergo che questo argomento sia demagogia ideologica in quanto si associa il termine cooperativa a comunisti, quando invece esistono cooperative riconducibili a qualunque schieramento politico, quindi detto terra terra nà cazzata.
Se un danno la GD l'ha fatto, oltre a contribuire alla morte dei piccoli negozi, è stato quello di uniformare ed omologare i prodotti, rischiando di estinguere di fatto le specialità tipiche locali e le varietà autoctone che solo grazie alla tenacia di piccoli gruppi hanno resistito e sono la base della nostra economia turistica.
Ci sarebbe ancora molto da dire ma aspetto altri interventi, la cosa comincia a piacermi.
----------------  RISPONDI





In risposta a: quale sinistra? del 3/3/2011 - 0:15
Da sempre
AUTORE: Non è così
email: -

3/3/2011 - 10:44

La sinistra da sempre è con gli operai e con la persone deboli. Siamo stati sempre all' opposizione eccetto di quando siamo andati al governo con Prodi. Volevamo governare per dare una dignità agli operai e ai deboli, ma purtroppo non è andata così, insieme a noi vi erano compagni di governo sbagliati. Per questo abbiamo pagato e siamo fuori dal parlamento. Siamo tornati quelli di prima, le divisioni ci hanno danneggiato, i vari personalismi della sinistra ci hanno distrutto. Adesso a partire da Vecchiano dobbiamo ritrovarci in una sinistra unità Purtroppo alcuni compagni Comunisti Italiani hanno preso un altra strada che non è di sinistra. La politica non si fa su propagande alle multinazionali e personalismi ma sui programmi a lungo termine. Credo che la sinistra debba ripartire anche da Vecchiano con un programma condiviso orientato verso il futuro .
----------------  RISPONDI





In risposta a: Regole della grande distribuzione... del 28/2/2011 - 14:17
quale sinistra?
AUTORE: un onesto lavoratore
email: -

3/3/2011 - 0:15

come lei ben sa anche la coop fa parte della GD, la ragione per cui nacquero le cooperative di consumo fu quello di consentire l'acquisto di beni e servizi ai soci ad un prezzo più vantaggioso, le cooperative di consumo non sfuggono a questo principio, mi meraviglio che un rappresentante della sinistra si accanisca in questo modo contro le cooperative in questo caso contro la COOP che é la cooperativa di consumo per eccellenz.
Le cooperative devono seguire una normativa piuttosto rigorosa per poter usufruire di agevolazioni fiscali altrimenti perdono tali benefici.
Questa normativa é stata resa più rigida poichè lo stesso Berlusconi ha più volte accusato le cooperative di trincerarsi sotto questa fattispecie e di essere invece delle società per azioni vere e proprie.
La GD avrà i suoi difetti perchè a questo mondo nessuno é perfetto ma impiega un grande numero di lavoratori e se in questo momento non sono a tempo indeterminato non bisogna dare la colpa solo a questo settore ma investe ormai sia il pubblico che il privato.
La responsabilità é anche dei sindacati che hanno abbandonato i lavoratori al loro destino e non c'é da meravigliarsi se uno di rifondazione ragiona in quel modo, purtroppo le sinistre perdono voti poichè non sono più dalla parte dei più deboli.
Nei supermercati mi capita di vedere sempre più spesso persone che comprano prodotti di primo prezzo e anziani allontanarsi dal banco gastronomia perchè la mortadella non era in offerta, certe categorie il negozio di vicinato (con la sua qualità e le sue eccellenze) non sanno neanche che cosa sia o almeno se lo sono dimenticato.
Lei addirittura dichiara di allontanarsi dalla GD, beato lei che se lo può permettere, anzi già che ci siamo potrebbe proporre la chiusura di tutti i supermercati, vorrei vedere cosa ne pensano i lavoratori del settore.
Il suo intervento somiglia molto alla leggendaria frase della regina Maria Antonietta quando gli dissero che il popolo francese non aveva più pane disse: ebbene che mangino le brioches.

Infine per quanto riguarda i mobili IKEA (scarsa qualità, poca assistenza) forse é vero ma allora come mai ha una così vasta clientela, tanti compagni sono clienti affezionati e comunque fino a questo momento IKEA non é indagata per usura come invece é successo a un mobiliere della zona che conosciamo bene e possiamo dirlo perchè la notizia é stata riportata sui quotidiani.
----------------  RISPONDI





In risposta a: A consumatore perplesso e per punto preso del 28/2/2011 - 10:41
Regole della grande distribuzione...
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

28/2/2011 - 14:17

Il funzionamento della GD è estremamente peculiare e si muove secondo regole tutte proprie che, peraltro, rendono Coop o Conad in tutto e per tutto simili o affini a qualunque altro supermercato/ipermercato/discount o gruppo d'acquisto affine:
1) in una moltitudine di casi (senza però generalizzare eccessivamente) il produttore e/o l'importatore pagano una pesante fee d'ingresso per far sì che i propri prodotti vengano esposti tanto fisicamente sugli scaffali, che mediante opuscoli o altre forme di advertising tipiche del gruppo commerciale;
2) al produttore/importatore sono praticate condizioni estremamente svantaggiose in fatto di dilazione nei pagamenti (mai meno di 90 giorni con punto ormai che toccano i 180!), motivo per cui, oltre al profitto commerciale, il gruppo può assicurarsene anche uno finanziario ingente, in ragione del fatto che - per contro - riscuote ogni vendita immediatamente e può dunque contare sulla maturazione dei canonici interessi attivi di trimestre;
3) il produttore/importatore deve assicurare continuativamente una quantità di derrate molto elevata - pena la risoluzione dei contratti in essere con l'applicazione di meccanismi sanzionatori - e ciò può indurre all'industrializzazione forzata di processi produttivi che in origine avevano dimensione familiare o carattere artigianale, a totale detrimento della qualità;
4) al produttore/importatore sono spesso richieste in modo estremamente arbitrario, variazioni di prezzo al ribasso per comporre le cosiddette "offerte", quelle stesse offerte che ciascun acquirente sistematicamente insegue, talvolta causa di periodi di grande instabilità per gli stessi produttori, in special modo se il loro comparto è quello agricolo o, comunque, se non si tratta di aziende di grandi dimensioni;
5) la GD conta sul fatto che l'esposizione dei prodotti induca all'acquisto di articoli che l'acquirente in origine non si era prefissato di comprare;
6) infine, argomento molto interessante per le prospettive vecchianesi, qualunque grande gruppo commerciale formula nei propri piani industriali una curva di redditività per ciascun punto vendita sul territorio, che solo in minima parte si fonda sulla capacità di advertising e di marketing dispiegata, e che, generalmente presenta un suo picco iniziale cui segue il lento inevitabile declino, in conseguenza del quale, dapprima si interrompono - festività escluse - ad esempio le aperture domenicali (tanto non producono più accantonamenti di quanto non ne producano le aperture infrasettimanali), finché, raggiunto un certo punto limite, non si ravvede che inizia ad essere meglio "cambiare aria".
Ciò potrebbe voler dire che non IKEA, ma qualunque altro grosso gruppo commerciale intenda insediarsi sul territorio vecchianese, potremmo trascorrere i prossimi dieci anni - nella migliore delle ipotesi - ad aspettare di veder completare tutti i preliminari, per poi accogliere con "straordinario entusiasmo" un'apertura alla quale possono far seguito 10-15 anni di attività di cui solo un paio - al massimo tre - di assunzioni, mediamente precarie, a tempo parziale, o comunque quasi mai a tempo indeterminato.
In altre parole che fra 30 anni il travagliato parto parto potrebbe non esistere più...
Ma, per tornare alle contraddizioni prodotte dalla GD, alla quale - inutile dire il contrario - anche il sottoscritto fa ricorso, benché giorno dopo giorno cerchi di ridurne l'uso quanto più sia possibile, andrebbe detto che "non è tutto oro quello che luccica": il competitive-price, fondamento della GD, oltre ad essere fra le principali concause di indebitamento dei produttori, oltre a indurre ad un inevitabile detrimento qualitativo dei prodotti, oltre a produrre nel lungo periodo instabilità del mercato del lavoro, si ripercuote negativamente sull'acquirente anche attraverso altri meccanismi finanziari e fiscali, in ragione dei quali alla fine, non è assolutamente detto che un certo prodotto comprato ad un costo in un supermercato esaurisca lì il suo "fabbisogno retributivo".
Per dirla in parole semplici, non è detto che il prezzo finito in un supermercato non alimenti altri meccanismi di spesa per l'acquirente, magari più subdoli, di difficile individuazione e, soprattutto, non immediati e/o contestuali: qualcuno nel forum ha giustamente fatto notare che esistono ad esempio i cosiddetti costi sociali della GD (ad esempio la spesa di carburante per raggiungere il punto vendita o, peggio ancora, la difformità tra le capacità individuali di raggiungerlo sulla base dell'età), ma siamo ancora nel campo delle conseguenze tangibili e/o immediate.
Ce ne sono molte altre per contro difficilmente quantificabili e comprensibili: l'indisponibilità monetaria dei produttori che commerciano attraverso la GD, il cui rovescio della medaglia sono gli interessi finanziari attivi che questa matura di trimestre in trimestre, sono causa di ulteriori fattori di instabilità a più livelli (ritardate erogazioni di stipendi ad esempio, perdità della capacità autonoma di investimento, dipendenza sempre più accentuata dal sistema bancario e dal gruppo commerciale che distribuisce i propri prodotti, ad esempio).
Per comparti come l'agricoltura, inestricabilmente condizionati dalle condizioni meteorologiche o da altre variabili indipendenti dal sistema produttivo, la GD introduce veri e propri modelli sperequativi, con ricarichi commerciali talvolta del 1000% e induzione alla produzione di scarti (sul banco della frutta di un supermercato una mela deve essere prima bella che buona!).
Ma le contraddizioni riguardano tutti i settori, per quanto la mancanza di un passaggio produttivo intermedio tra la "fase primaria" ed il processo commerciale esponga ad esse l'agricoltura e tutti i suoi assimilati professionali (silvicoltura, allevamento, pesca e anche caccia, seppur quest'ultima in misura sensibilmente minore) più di ogni altro.
Problematiche macro-economiche come la creazione di un canale privilegiato per la circolazione monetaria che induce stagnazione, impoverimento e indisponibilità diffusa di liquidità, ha implicazioni inimmaginabili: basta scandagliare un po' in rete per comprendere che esista una pericolosa contiguità fra tutti i principali protagonisti della GD ed il sistema bancario, finanziario e assicurativo, per capire che la maggior parte dei grandi gruppi commerciali o si è creata canali finanziari proprietari, o si è coinvolta nella scalata al controllo di canali pre-esistenti, o ha incrociato con alcuni di essi i propri destini; è evidente che quando la circolazione monetaria debba passare per un buon 95% attraverso imprese a bassa concentrazione di posti di lavoro, che traggano profitto principalmente da un approccio speculativo-finanziario e non dal proprio oggetto sociale, sarà ben difficile che per una filiale di banca i sempre meno frequenti movimenti in entrata di una piccola impresa possano rappresentare garanzie sufficienti per l'apertura di linee di credito, così come ben poco interesse avrà un patrimonio immobiliare non monetizzato per gli stessi fini, di fronte ad una così soverchiante capacità accentratrici.
Ciò vanifica l'aspirazione pluralista di una società - per così dire democratica - che si vede contorcere su se' stessa e privare delle proprie funzioni, di fronte a chi si ponga come potenziale unico garante e/o fidejussore.
Ma non è tutto: cosa produce a livello di gettito fiscale il continuo allungamento della dilazione assicurata alla GD? L'IVA corrisposta dai supermercati "puntualmente" è inferiore a quella corrisposta dai loro fornitori al momento in cui sia stata loro quietanzata una fattura: volumi ingenti di imposta finiscono cioè nelle case dello Stato molto più tardi di quanto sia immaginabile.
Dunque i soli che beneficino del sistema dilazionatorio sono i supermercati e i loro partner in campo finanziario, assicurativo e bancario, mantenendo saldamente monetizzata una propria facoltà di investimento e godendo la maturazione di interessi attivi che i produttori e l'intera collettività pagano.
La GD peraltro, non soltanto costringe la piccola distribuzione a chiudere, riassorbendone non più del 10-15% del personale impiegato, ma inibisce la competizione fra le piccole imprese residue costrette a orbitarle intorno per sopravvivere, ma mette in moto processi in ragione dei quali le PA amministrazioni perdono buona parte della loro sovranità e autonomia sui territori sulle quali si è insediata, condizionandone indirizzi di sviluppo in maniera del tutto arbitraria e tendenzialmente monopolista, inducendo le collettività territoriali a dover sostenere le proprie politiche industriali sia con il ricatto della perdita dei posti di lavoro, sia con le continue incursioni nella sfera della "pubblica utilità" per reclamare l'istituzione di questo o quell'altro servizio, esattamente come è solita fare con i propri fornitori.
C'è infine una conditio sine qua non sulla quale si fonda la GD: l'attivo di bilancio, parimenti a qualunque altra impresa, (o il pareggio, nel caso di realtà a statuto cooperativo); in quale modo il rituale disavanzo di fine anno che ciascuna catena commerciale "vanta" viene ripianato nel mese di gennaio? L'interrogativo è inquietante e, sinceramente, non riesco a trovargli una soddisfacente risposta... ma una cosa è certa: penso proprio che di soldi della collettività si tratti!
Di fronte a questa breve carrellata di contraddizioni (la disamina sarebbe molto, molto più lunga), siamo davvero sicuri che il nostro mobile costi davvero meno se acquistato a IKEA, da Meraviglia Mobili, da Mercatone UNO, etc. che non direttamente dal mobiliere ponsacchino o dai vari Melani/Landucci, quand'anche la qualità sia neanche lontanamente paragonabile?
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In risposta a: impara a leggere del 28/2/2011 - 7:15
A consumatore perplesso e per punto preso
AUTORE: Consumatore - q.b-
email: -

28/2/2011 - 10:41

Ma...per cosa ci avete preso "soprattutto" noi migliarinesi; per dei citrulli rincitrulliti!?
Forse che si vuol ritornare agli anni /50 con Argate che passava con la stagnatina dell'olio sul sedile dietro la vespa. O Denzio con i portapacchi davanti e dietro alla bicicletta che vendeva la pannina; seguito dalla Buggera e dalla Jolanda che compravano ferri vecchi ed uova, coniglioli e piccioni ed il pesciaio torellaghese del venerdi soprannominato "Bellovivo" o il nipote di Treviso che apriva la stanzetta del macello ai margini della Fattoria Salviati solo il sabato sera con un solo taglio di carne per noi contadini e salariati a conto diretto " lo spicchio di petto"

No! siamo a pieno titolo parificati a tutti i cittadini del mondo. Comperiamo (secondo necessità) quello che ci pare e piace e dove ci piace e...quando i nostri figli non riusciranno più a trovare come ora un barroccio al giorno di telefonini o di bracioline nel raggio di 7 chilometri, faranno un supermegagalattico "Store" dove a chilometro zero compreranno prosciutto fresco con maiali allevati all'inteno di quella grande struttura così non ci sarà più discriminazione fra uomini e bestie.
Salute!
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In risposta a: A consumatore con lingua biforcuta del 27/2/2011 - 23:32
impara a leggere
AUTORE: un consumatore perplesso
email: -

28/2/2011 - 7:15

Scusate ma il titolo l'avete letto bene?
Mi sembra che il mio intervrnto sia a difesa dlla grande disribuzione, il prosciutto "vecchio" ll'ho acquistato in un negozio di vicinato perchè come ho detto non avendo smercio non sempre può garantire la freschezza del prodotto.
Mi auguro che sia una superficialità nella lettura, poichè se così non fosse a questo punto il forum diventa uno strumento per attaccare tutto e tutti qualunque cosa dicano al di fuoridi qualsiasi confronto di idee.
Mentre per quanto riguarda "il mattone selvaggio" ha ben capito si é costruito villette in tutto il comune facendo scempio del territorio ma io avevo utilizzato questa affermazione per dimostrare che i nuovi abitanti non acquistano nei negozi di vicinato (perchè altrimenti non chiuderebbero) ma sulla grande distribuzione, un modo per dimostrare le mie teorie.
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In risposta a: misteri della fede del 27/2/2011 - 22:47
bravo
AUTORE: sandokan
email: -

27/2/2011 - 23:45

Però se torni dal negoziante sotto casa e gli fai sentire il troiaio che t'ha affibbiato, magari ti risarcisce, alla peggio un ci metti più piede e allora sarà resa giustizia se poi chiude, al supermercato, se per caso sei andato a rincorrere l'offerta ai "Borghi", alla fine per un etto di prosciutto un ti conviene e hai solo due scelte; o ingolli il troiaio rischiando la dissenteria o lo fai volà nel secchio.
In fatto di freschezza purtroppo, fatte le dovute eccezioni, sappiamo benissimo che la distribuzione per i piccoli negozi si è omologata o alla Metro o a centri legati a catene della grande distribuzione per cui sono quasi pari da quel punto di vista, ma il piano dei sostenitori dei centri commerciali naturali e di vicinato ha l'ambizione di andare oltre, ovvero il recupero delle produzioni locali garantendo freschezza, genuinità, salubrità ed integrità delle proprietà nutrizionali.
Un piano veramente ambizioso che ha in sè un difetto d'origine ed è rappresentato dal consumatore, infatti finchè non si disintossica dalla dipendenza dai centri commerciali, tale piano comprenderà solo un'elite di consumatori più sensibili e perchè no abbienti, ma il potere è comunque nel consumatore, quando ne sarà cosciente sarà un giorno memorabile.
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In risposta a: misteri della fede del 27/2/2011 - 22:47
A consumatore con lingua biforcuta
AUTORE: Consumatore qb
email: -

27/2/2011 - 23:32

Qui nessuno su questo libero Forum ha accusato la grande distribuzione di essere avvelenatrice della nostra gente. E' un offesa gratuita per i soci Coop e Conad che sono migliaia e per chi lavora da anni in quelle belle grandi e comode botteghe con abnegazione competenza e serietà. Prendere a pretesto per dirne male se una volta è capitato di trovare un peperone giallo non è un motivo valido per denigrare chi lavora seriamente.

Ed anche la qualità dei mattoni in circolazione sono..domati e di "selvaggi" non esiste traccia (per ora).
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