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Anche per il 2024 si terrà il concorso ideato da MdS Editore dedicato al territorio e all'ambiente, attraverso le espressioni letterarie ed artistiche delle sezioni Racconto, Poesia, Pittura.Titolo di quest'anno sarà "Area Protetta".Per questa dodicesima edizione, oltre al consueto patrocinio dell'Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, che metterà a disposizione la bella sala Gronchi per la cerimonia di premiazione, partner dell'iniziativa saranno la Sezione Soci Versilia-Valdiserchio di Unicoop Firenze e l'associazione La Voce del Serchio.

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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masini.sindaco@virgilio.it
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IMMAGINA San Giuliano
I nostri candidati
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Sinistra Unita
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IMMAGINA San Giuliano Terme
I nostri candidati
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IMMAGINA San Giuliano Terme
I nostri candidati
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
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Qui si discute su: E' vero ...........

In risposta a: del
E' vero ...........
AUTORE: Ultimo
email: -

25/2/2011 - 15:50

........ i centri commerciali naturali sono il nostro passato, la nostra tradizione, il nostro futuro, non è possibile pensare solo alla grande distribuzione. E' invece consigliabile il negozio di vicinato che si prende cura delle nostre esigenze, che spesso porta il necessario fino a casa per le persone anziane e bisognose ....... ed è garanzia di prodotti di qualità. ....... Ultimo.
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In risposta a: per oracolo/a del 26/2/2011 - 18:58
Le tavole di Mosè
AUTORE: Oracolo Aggiornato
email: -

27/2/2011 - 9:21

L'oracolo è un essere o un ente considerato fonte di saggi consigli o di profezie, un'autorità infallibile e...

...nei dieci comandamenti se fossero aggiornati un gocciolino, troveremmo al posto di "non fornicare"(?) -non superare il limite di 130 in autostrada ed in caso di pioggia o nebbia rallentare-.

Se continuiamo a scavare a Pompei, difficilmente troveremmo megacentri commerciali con 6.700 posti auto nel piazzale antistante.
Per tutto c'è un inizio ed una fine e come in un buon pranzo ad un certo punto è auspicabile che ci sia un limite giusto. Nel film "La grande abbuffata" con il bravissimo Tognazzi si esasperò quel fatto.
Per tanti di noi la cosa più fastidiosa in un pranzo nuziale è trovarsi al centro di una lunga tavolata, con le spalle vicine al muro, non potersi alzare come fanno gli altri fortunati difronte per scranchirsi un po le gambe e...l'inavitabile mal di testa finale ed i più si raccontano: si mangia bene ma a casa nostra...a quest'ora..lo sai dovero gia...

Ora dopo questo lungo preambolo, perchè io socio Conad e socio Coop e con negozzietti di vicinato vicino casa per le piccole spesucce e vivendo con piena soddisfazione questo stato debba auspicare un megacentro commerciale a 36 metri dal confine del Parco di Migliarino comprendente la più bella e grande spiaggia libera della Toscana che nei secoli a venire se rimane intatta verrà agognata una sua visita al pari della Torre pendente e del Campanile di Giotto.
Poi se vogliamo tutto e subito, dopo aver raschiato il fondo del barile ci troveremmo nel peggiore dei caos e...come disse Francesca fra 20/30 anni ci ritroveremmo un paese disatrato ed abbandonato da chi si trasferisce in India, Cina, Bangladesch, od altri paesi emergenti e... la nostra bella storia finisce li!
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In risposta a: A "un consumatore" del 26/2/2011 - 11:05
come è vero
AUTORE: simone7002
email: [protetta]

27/2/2011 - 1:13

Posso portarti ad esempio una parte della filiera che per ragioni professionali ho avuto modo di scoprire.
La legge del ribasso nei salumi ha determinato un fenomeno che se ampiamente evidenziato potrebbe porre
serie riflessioni.
Come dicevo, grazie al mio lavoro sono riuscito a sapere che la maggior parte degli allevamenti di maiali intensivi per la produzione di salumi è in netta difficoltà, molti resistono allevando meno capi e vendendoli a prezzi buoni per i pochi artigiani norcini del settore che badano alla qualità ma il loro destino è segnato come quello dei norcini se la coscienza del consumatore non si risveglia.
Ma allora tutti quei prosciutti a 5-6 € al Kg. da dove vengono? e tutti i salami a 1 € che vengono reclamizzati nei volantini?.
La risposta è semplice, quasi tutti dall'Italia, come riportano le etichette, ma la domanda giusta è da dove provengano i maiali.
La normativa consente di definire "Made in Italy" anche i prodotti lavorati in Italia indipendentemente da quale sia la provenienza delle materie prime o semilavorate.
Nello specifico dei nostri economici prosciutti i capi sono di provenienza estera o meglio cinese (la gran parte) e non stiamo parlando di scarpe o diavolerie elettroniche contraffatte, ma di alimenti dei quali poco o nulla sappiamo circa la loro storia, metodi di allevamento, alimentazione, luogo di provenienza.
Non entro nel merito dei tranci che possono essere fatti per svariate ragioni e modi e non citarmi la tracciabilità di filiera o i sistemi di autocontrollo perchè li conosco come le mie tasche e ne conosco molto bene i limiti e le ragioni vere per le quali sono state messe in essere.
Quale meccanismo perverso ci ha portati ad essere leader del settore a divenire in pochi anni importatori a condizioni così esigue?
Il sistema della grande distribuzione, vero specchio per allodole che ha attratto imprenditori di aziende pressapoco familiari, dando loro l'illusione di poter divenire grandi imprenditori, addirittura di poter quasi smettere di lavorare guadagnandoci, per molti parte di quel sogno si è avverato e ti lascio immaginare quale, liberando spazio per le multinazionali del settore che acquisendo i marchi produce a livello industriale prodotti dalla parvenza artigianale.
Si potrebbe estendere l'esempio ai formaggi ed ai latticini in genere, basta guardare quanti tipi e in che quantità riempiono i banconi sia in promozione che a prezzo normale in ogni centro commerciale o singolo supermercato, ma fuori non ci sono allevamenti di pecore, capre e mucche, la maggior parte dei capi di manzo sono di provenienza francese e allora come si fà a vendere un marzolino o un "latte vaccino" piuttosto che un pecorino dop in così gran quantità?
Mistero, però è tutto legale, basta lavorare il prodotto finito secondo le specifiche ed ecco che si possono apporre denominazioni che altrimenti sarebbero difficili da spiegare.
Vorrei infine portarti un esempio su un prodotto di base della nostra alimentazione: il pane.
La grande distribuzione ha avviato un sistema per il quale alcune aziende si sono dedicate alla produzione intensiva di pane e focacce da vendere nei vari punti vendita, con due regole essenziali:
il prezzo e le quantità lo decide la catena di distribuzione e l'invenduto è reso tal quale e non fatturato.
Risultato:capannoni di pane invenduto destinato alla distruzione o se và megio all'essiccazione e seguente macinatura per rivendita come pangrattato anche per la successiva riutilizzazione nella catena dei surgelati, se vogliamo economizzare il pane è divenuto un derivato, come quello delle banche, dove di fatto il conto è sempre negativo, prova ne è lo stato di salute di queste ditte produttrici di pane in catena di montaggio, inutile parlare di qualità di prodotto perchè ogniuno di noi sà valutare da solo.
Tutto questo non per criminalizzare la G.D. che ha i suoi benefici ma che per questo non và santificata perchè l'esasperato ricorso al ribasso dei prezzi determina catastrofi altrove e non è detto che alla fine non siamo costretti tutti a pagarne le conseguenze sia in termini occupazionali che, cosa più importante, in termini di salute, ovvio che poi l'aspetto delle biodiversità e delle specialità alimentari ne risenta come la tradizione dei luoghi con ripercussioni negative anche sul turismo, dato non irrilevante poichè e tra le prime voci di bilancio economico nazionale.
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In risposta a: c'éra una volta del 26/2/2011 - 15:47
sempre carino
AUTORE: simone7002
email: [protetta]

27/2/2011 - 0:23

Buon per lei che si diverte, spero solo che dopo tutte le risate che si fà le resti il tempo per riflettere per la pena che invece mi fà lei.
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In risposta a: A "un consumatore" del 26/2/2011 - 11:05
per oracolo/a
AUTORE: un consumatore
email: -

26/2/2011 - 18:58

Se fosse vero quello che lei dice e che afferma con tanta sicurezza i negozi cosiddetti di vicinato si moltiplicherebbero invece di chiudere, perfino i negozi storici dei centri di Pisa e Lucca uno ad un abbassano le loro saracinerche per far posto alle grandi catene di distribuzione e di franchising.
La storia economica ci insegna che a torto o a ragione sono i grandi capitali che da sempre hanno dettato le leggi di mercato un esempio nel medioevo gli artigiani sono spariti con l'avvento dell'industrializzazione, le motivazioni sono intuibili.
Negli stessi stati comunisti esisteva un capitalismo di stato, dove lo stato decideva cosa come e per chi produrre, non mi sembra che ci fosse benessere diffuso, i risultati sono sotto i nostri occhi.
I piccoli negozi non esistevano poichè ne la proprietà privata ne la libertà d'iniziativa economica privata, i pochi beni di consumo erano distribuiti da grandi magazzini di proprietà dello stato.
Nei sistemi capitalisti, il nostro fino ad oggi é stato a economia mista, economia pubblica e privata insieme, sono i consumi che producono ricchezza, é la domanda che genera l'offerta, tanto che in questo momento di crisi e di conseguente disoccupazione se ne vedono i risultati.
Io non voglio annoiarla ulteriormente ma l'economia é un scienza sociale che cambia e non una scienza esatta, cambia con il mutare dei rapporti sociali, non é fatta di luoghi comuni, ma dietro ci sono grandi studi di economisti, che lei può anche non condividere ma le sue critiche dovrebbero essere fatte con cognizione di causa.
Lei afferma che laureati sono a lavorare alle casse a volte anche meno, oggi le facoltà addirittura sono a numero chiuso, si cerca di ridimensionare il numero dei laureati, io sostengo invece che il diritto allo studio é un diritto fondamentale per tutti, vorrei aggiungere comunque che siamo noi genitori che per primi "obblighiamo" i nostri figli a studiare anche quando non ne hanno voglia perchè nella mentalità piccolo borghese il titolo di studio é uno strumento per elevarsi socialmente, anche se la cultura é importante sempre.
In ultimo le ricordo l'articolo 41 della costituzione e alune normative europee (vedi l'autority)che garantiscono la libera concorrenza sul mercato.
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In risposta a: e come c'arriva? del 26/2/2011 - 0:51
c'éra una volta
AUTORE: un amante della lettura
email: -

26/2/2011 - 15:47

Signor Simone 7002, a differenza di chi la vuol far tacere io la invito a scrivere i suoi piccoli romanzetti, sono veramente spassosi e divertenti.
La ringrazio vivamente per allietarci con i suoi interventi.
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In risposta a: da quale pulpito viene la predica del 26/2/2011 - 10:12
A "un consumatore"
AUTORE: Oracolo/a
email: -

26/2/2011 - 11:05

Siamo al canto del cigno; ovvero: il consumatore "furbetto" crede di risparmiare ed ha ragione (per ora) perchè finora è stato cosi.Raschiare il fondo del barile è meritevole ma sappiamo a cosa porta; porta ad una fine certa!

Ma a forza dii risparmiare ci siam trovati di fronte ad offerte di lavoro parziali ed espressamente: orari massacranti concentrati nei fine settimana con:
normalmente le scuole dei nostri figli chiuse e le fabbriche "dei mariti" pure e così si "dividono" anche le famiglie delle cassiere laureate "per niente" (ma...meglio che niente ci vien detto) Potevate dircelo prima e..finita la scuola dell'obbligo tutti/tutte in fila dietro una cassa che..a breve diventerà automatica anche quella per risparmiare sul personale e..risparmiando si abbassano i costi dei prodotti ; evvia-evvia!!!
Con il ricatto poi del prendere o lasciare il tutto si stringe ben poco e con il poco della vendita dei sottoprodotti sui creano tanti sottoproletari ed il cane continua a mordersi la coda.
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In risposta a: IL MERCATO!? del 26/2/2011 - 0:51
da quale pulpito viene la predica
AUTORE: un consumatore
email: -

26/2/2011 - 10:12

Se lei crede di dettare le leggi di mercato continui pure a vivere nella sua ignoranza. gli ignoranti sicuramente sono più felici e vivono meglio degli altri.
Sono convinto che suo figlio é il primo ad avere le scarpe della NIKE, (io invece giele ho boicottate da tempo) e beato lei che si può permettere di andare nei negozi di vicinato e di lusso, la maggior parte delle persone come me si accontenta dei centri commerciali e deve stare molto attento alle offerte e alle promozioni dei supermercati.
Mi spiace invece della cattiva educazione che stà dando a suo figlio, non si risolvono i contrasti con le mani, ma in modo civile argomentando le proprie opinioni.
Non lamentiamoci della violenza e del bullismo dei nostri ragazzi quando sono i genitori che gliela insegnano.

Povera Italia come siamo ridotti male.

Le dò comunque un consiglio in quei pochi paesi rimasti con certe ideologie economiche credo che l'accoglierebbero volentieri, ormai siete rimasti una merce rara.
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In risposta a: E' vero ........... del 25/2/2011 - 15:50
Non è facile ........
AUTORE: Ultimo
email: -

26/2/2011 - 10:01

...... dialogare con chi, invece di usare la propria testa, risponde con slogan triti e ritriti o ripetendo quello che è stato loro incuccato. I negozi del vicinato sono utili a molti e più affidabili della grande distribuzione. Il piccolo negoziante è un esperto nel proprio lavoro ......... invece nella grande distribuzione è un dipendente inesperto del lavoro e, quindi, incapace di dare validi consigli. Se compri un utensile alla ferramenta ...... c'è chi ti consiglia il più adatto alle tue necessità ...... al supermercato NO! E lo stesso discorso vale se compri un PC piuttosto che una TV ........ e se dovesse succedere che qualcosa non va il piccolo negoziante è pronto ad intervenire e rimediare..... al supermercato NO! LO stesso discorso vale per il salumiere, il macellaio, il pescivendolo ecc ....... Le mamme che comprano perchè si sono fatte riempire la testa dagli slogan pubblicitari sono poco attente alle necessità della famiglia. Con questo intendo dire che i supermercati sono utili ma gli esperti negozianti sono molto più affidabili. ...... Un saluto Ultimo.
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In risposta a: Mah del 25/2/2011 - 18:19
A mamma A
AUTORE: pillacchero
email: -

26/2/2011 - 0:54

I terreni dell'OVAIO, agricoli, a chi appartengono!? Più che mamma, mi sembri una tegamata di interessi altrui... vai cocca, un ce l'ho mia con te, ce l'ho con chi ti viene dietro!!!
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In risposta a: a lettore del forum della voce del 25/2/2011 - 23:34
e come c'arriva?
AUTORE: simone7002
email: [protetta]

26/2/2011 - 0:51

Caro consumatore,
spiegami come c'arriva il povero vecchietto al megacentrocommerciale, non è che magari ci "resta" incolonnato sulla via sotto il solleone estivo in un giorno di supersconti?
Siccome poi il povero vecchietto non ha molta disponibilità ce lo vedi tutti i giorni a comprare poche cose e per far questo deve prendere la macchina perchè il bus magari non lo soddisfa, trovare parcheggio, fare la fila per l'affettato, il pane, la carne se non vuole quella preincartata, o il pesce idem come prima.
Frutta e verdura se la deve incartare da solo, cero l'esperienza lo aiuterà a scegliersi il meglio o almeno gli faranno credere i cartelli promozionali.
Poi la fila alle casse, alla fine ha perso 2 ore per poche cosette quando magari al negozietto sotto casa gli c'incastrava pure la chiacchierata con gli amici in piazza.
Se poi scoprisse che le giornate di supersconti alla fine sono una bufala perchè riguardano pochi articoli che quando c'arriva lui sono già esauriti e gli tocca la fregatura dell'alternativa a prezzo pieno, se gli và bene, allora sì che rimpiangerebbe i tempi in cui aveva i calzoni corti e la mamma lo mandava alla "bottega" a prendere il latte, quello fresco, quello vero da bollire, poi dal macellaio a prendere la carne dell'amico allevatore , dal fruttivendolo con la frutta e la verdura esclusivamente di stagione, fresca e saporita, e quando tutta quella roba finiva in tavola veniva spontaneo dire a fine pasto "He è un peccato morir" (detto popolare romagnolo da Zucchero Fornaciari)
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In risposta a: a lettore del forum della voce del 25/2/2011 - 23:34
IL MERCATO!?
AUTORE: X°M
email: -

26/2/2011 - 0:51

Questa è la realta!? Ma che cavolo di conclusione hai dato!? La realtà siamo noi, e la legge di mercato la facciamo noi!!! Ma credi ancora alle favole!!! Io non ci stò a vivere in una realtà fatta di centri commerciali, di etichette, di slogan, di false comodità, di superfluo, di prezzi bassi sfruttando gente povera... non insegno questo a mio figlio e non glielo insegnerò mai. Siamo noi che dobbiamo proteggere i negozi di vicinato, siamo noi che dobbiamo proteggere quattro chiacchere con il negoziante di vicinato, siamo noi, solo noi. Il mercato non è una cosa astratta che vive di sè: siamo noi!!! Svegliati... La gente come te, mi fa venire il prurito alle mani!!!! Ma prima o poi ci si arriva, eccome se ci si arriva... questione di tempo.
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In risposta a: A Mamma A del 25/2/2011 - 20:17
a lettore del forum della voce
AUTORE: un consumatore
email: -

25/2/2011 - 23:34

La rispostina breve che il lettore da a mamma A credo che sia ironica poichè se fosse una risposta seria sarebbe davvero deprimente perchè vorrebbe dire considerare noi lettori del forum degli sciocchi che assorbono tutto quello che gli viene proposto.
Il problema dei negozi di vicinato è più complesso, la loro crisi è insita nella legge di mercato che il pesce grosso mangia il pesce piccolo e anche se non verrà insediato il centro commerciale IKEA OVAIO, ci sono altri centri commerciali e supermercati che fanno da padroni.
I prezzi dei piccoli negozi non possono concorrere con quelli della grande distribuzione.
Inoltre i piccoli sono quelli che soffrono maggiormente la crisi poichè i grandi possono attirare la clientela con super sconti, super promozioni ecc.
Oggi sopravvivono le piccole attività che si sono specializzate in prodotti di qualità o prodotti particolari.
La soluzione potrebbe essere quella di chiudere tutti i centri commerciali (chiaramente anch'io mi avvalgo dell'ironia).
Oppure la seconda soluzione più seria sarebbe approvare il terzo progetto IKEA COOP dove il consumatore della terza età può fare i suoi acquisti con tranquillità e anche con condizioni climatiche avverse: se piove non si bagna e se fa troppo caldo può godere dell'aria condizionata.
La maggior parte degli anziani usufruisce di una pensione bassa e sicuramente non si può permattere di acquistare nei piccoli negozi dove i prezzi sono più alti.

Questa é la realtà che le piaccia o no.
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In risposta a: A Mamma A del 25/2/2011 - 20:17
proprieta' terreni
AUTORE: seneca
email: -

25/2/2011 - 23:05

Con una normale visura catastale potete verificare la proprieta' dei terreni in zona industriale dove viene proposta IKEA .
Da una parziale verifica,sembrerebbero alcuni di proprieta'ASBUC di Migliarino!!
Stai a vedere che la montagna partorisce il topolino.Non vi scannate con polemiche sterili,tanto Lunardi dara'garanzie sia a chi la vuole che a chi non la vuole,ma intanto concedera'il via libera alla multinazionale delle sediole reclinabili dove fara'accomodare tutti gli oltranzisti contrari.
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In risposta a: Mah del 25/2/2011 - 18:19
A Mamma A
AUTORE: Un lettore del Forum della Voce
email: -

25/2/2011 - 20:17

Una rispostima breve come consumatore di dadi al pari di altri consumatori di tutto un po.

Se...i suoi dadi scaduti e riconsegnati al negoziante sotto casa li aveva acquistati ad un "quarantinaio" di chilometri da casa sua in un grande centro commerciale, le sarebbe convenuto andare a fare il cambio dado scaduto?
Seconda ipotesi.
Un consumatore della terza età non patente munito un domani non auspicabile, si trovasse nella monoscelta del solo supermega/mercato; causa fallimento da lui "vorsuto/causato" in giovane età di tutti i negozi di vicinato, come si comporterebbe di fronte ad una scatolina di dadi scaduti a così grande distanza da casa sua a riportarli ad una delle tante casse automatiche impersonali e cambiarli!?

Alla domanda ai lettori del Forum della Voce per sapere di chi sono i terreni destinati agli insediamenti Artigianali/Industriali/Commerciali della zona destinata a quegli usi: si rivolga all'Ufficio Tecnico del Comune di Vecchiano; all'Ufficio Catastale oppure alla Zoppa di Montinero che riceve anche nei festivi e lei da risposte a "gradisse e volenchieri".
Salve!
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In risposta a: E' vero ........... del 25/2/2011 - 15:50
Mah
AUTORE: Mamma A
email: -

25/2/2011 - 18:19

Si.. di qualità e a basso prezzo!!!
Ma vai vai..
L'ultima volta che ho comprato una confezione di dadi al negozio di alimentari del mio paese erano scaduti!!!
Per fortuna ho guardato la scadenza ed ho riportato la merce acquistata al negoziante che scusandosi me l'ha cambiata.
Se capitava ad un "nonnino", che magari ci vede anche poco, se li mangiava avariati!!
Non voglio, con questo racconto, metter in cattiva luce i negozietti di vicinato, voglio solo cercare di far capire che
sia i grandi centri commerciali che i piccoli negozietti di paese hanno i loro pregi ed i loro difetti.
Io non credo che il sorgere di un centro commercialer a Migliarino possa far fallire i negozianti delle piccole botteghe di paese, e questa mia convinzione nasce dai comportamenti che quotidianamente metto in atto.. se ho bisogno di 1,2,3 oggetti vado ad acquistarli al negozietto sotto casa, se ho bisogno di far una grande spesa vado al centro commerciale più vicino..Perchè queste 2 tipologie di esercizi non possono coesistere??
PS. UNA DOMANDA A TUTTI I LETTORI DEL FORUM: I TERRENI DELLE ZONA INDUSTRIALE CHE IL IL NOSTRO ATTUALE SINDACO SAREBBE DISPOSTO AD 'OFFRIRE' AD IKEA A CHI APPARTENGONO??????
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