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Qui si discute su: Soggezione e futuro.
AUTORE: Osservatore
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21/3/2011 - 21:52
Se la notizia sull'insediamento Ikea è una bufala bisogna smentirla, e poi assestare una bella pubblica lavata di capo a chi tali bufale propaga, specialmente in campagna elettorale di fatto già aperta. Ma se è la verità -anche mezza verità, anche un quarto- allora bisogna dare spiegazioni bisogna fare chiarezza, sgombrare il campo da ogni possibile equivoco.
Un mese fa, a proposito di Enrico Rossi e di Ivan Ferrucci che si offrivano come mediatori-conciliatori sulla questione Ikea, dissi: “... non si può fare a meno di pensare che i mediatori si siano già schierati. Ma non in difesa di chi resiste alla conquista bensì dalla parte opposta. Dunque l'intenzione di mediare o è fasulla o è contraddizione in termini. Se davvero si vuole difendere l'autodeterminazione di una comunità, il suo sviluppo e il suo futuro, non si media, si lotta in sua difesa”.
Questa storia della mediazione mi insospettì, e i miei sospetti aumentarono quando seppi che era stata scartata la candidatura di una persona che aveva espresso in modo risoluto e inequivocabile il suo rifiuto al progetto Parco Commerciale per accogliere invece quella di chi questo rifiuto non lo aveva mai manifestato chiaramente.
Non volevo fare l'indovino, ma semplicemente annusavo l'aria, che aveva uno strano odore. Oggi i miei sospetti sono diventati certezza: quell'odore era puzzo di bruciato. Lo conferma il risultato di quell'arrosto di mediazione.
E' ovvio che per giustificare una tale decisione bisogna ricominciare con la solita litania della crisi economica, della gestione di un territorio vasto, dei posti di lavoro, di sviluppo, di futuro, e di una -a dir poco stravagante quanto incomprensibile- “volontà maggioritaria per il raggiungimento di obiettivi collettivi”. Quali obiettivi? Quale volontà maggioritaria? Quale futuro?
(Anche il nucleare adottato da quarant'anni per scelta collettiva(?) è passato come scelta per il futuro, ma l'esempio -per ora- ce lo dà il Giappone: dove, scomparsi in un giorno presente e benessere, il futuro si annuncia come tragedia permanente almeno per tutto questo secolo e con strascichi anche per i secoli a venire, non solo per il Giappone ma per tutta l'umanità. Con l'aggravante che la minaccia di simili catastrofi grava su tutti i paesi nuclearizzati e si estende al mondo. Questo per dire che quando si pensa al futuro bisogna farlo basandosi sulle esperienze del passato e sulla realtà del presente, e non sull'adagio ormai diffuso del “domani si vedrà”. Quando si vede -e si vede- è sempre troppo tardi).
Ma per tornare a noi: se entrambi gli schieramenti che si contendono il Comune vogliono offrire tributo al Minotauro (bestia oltretutto mitica e antistorica), a chi dovranno affidare l'amministrazione locale tutti quei cittadini che hanno a cuore il loro territorio, la salute e il futuro loro e dei propri figli e non vogliono mostri?
Perciò, se in mancanza di alternative e senza possibilità di scelta un cittadino si rifiuterà di votare, chi avrà il coraggio di definirlo indegno?
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