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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Non cancellerò
Quella foto tua
Come la gioconda
E la rosa gialla
Sulla pelle mia
Stare insieme a te
In quest anni miei
Insieme a tutto il resto
Tu .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
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Ancone e formelle in Val di Serchio, dalla Chiesa alla Strada.

22/12/2011 - 23:01


 
[…]e tutto questo lavoro è tanto pulito e netto, che è una maraviglia, e fa conoscere che molto giovò a Luca essere stato orefice. Ma perché, fatto egli conto dopo queste opere di quanto gli fusse venuto nelle mani e del tempo che in farle aveva speso, conobbe che pochissimo aveva avanzato e che, la fatica era stata grandissima, si risolvette di lasciare il marmo et il bronzo e vedere se maggior frutto potesse altronde  cavare. Per che, considerando che la terra si lavorava agevolmente con poca fatica, e che mancava solo trovare un modo mediante il quale l’opere che in quella si facevano si potessono lungo tempo conservare, andò tanto ghiribizzando che trovò modo da diffenderle dall’ingiurie del tempo; per che, dopo avere molte cose esperimentato, trovò che il dar loro una coperta d’invetriato addosso, fatto con stagno, terra ghetta, antimonio et altri minerali e misture, cotte al fuoco d’una fornace a posta, faceva benissimo questo effetto e faceva l’opere di terra quasi eterne. Del quale modo di fare, come quello che ne fu inventore, riportò lode grandissima e gliene averanno obligo tutti i secoli che verranno. [...] Giorgio Vasari: Le vite dei più eccellenti pittori scultori e architetti
Giuntina 1568


 Da Luca Della Robbia (Firenze 1399 – 1481) e poi dai suoi nipoti Andrea e i di lui figli Giovanni,  Luca il giovane e l’undicesimo Girolamo, fino ai loro vicini di bottega Benedetto e Santi Buglioni che avevano appreso ogni loro segreto, nacque quella meravigliosa arte della ceramica invetriata che, come dice giustamente il Vasari, arriverà lontanissimo.
Le ceramiche robbiane sono conosciute in tutto il mondo dell’arte o del semplice pellegrinaggio o presenza devota nei luoghi di culto, dato che il tema proposto è principalmente quello sacro: madonne e santi.


[...] Non entriamo in dettagli tecnici circa la scelta delle terre, basta ricordare che la terra di fiume o la terra di cava (argilla) esigeva trattamenti particolari conosciuti da sempre da parte dei cultori dell’arte ceramica (Kéramos in greco significa argilla). La novità di Luca Della Robbia riguardava, oltre la capacità di lavorazione e di trattamento della terrargilla (conosciutissime le terre dì Montespertoli, vicino Firenze), la invetriatura, cioè la lucentezza che risaltava dai colori, dai bianco e azzurro alla molteplicità degli altri colori, che, con la seconda cottura (sempre più breve della prima) fermava in maniera stabile e per sempre il manufatto artistico. Il fatto che anche noi nel terzo millennio, dopo cinquecento anni, sentiamo la necessità di valorizzare un  patrimonio prezioso della Chiesa di S. Francesco in Barga, denota la perennità di queste opere che paiono fatte ieri.[...]

 
Così scrive don Silvio Baldisseri nella prefazione del suo bellissimo volume: Pensieri di contemplazione. Le meraviglie della terracotta invetriata a Barga e nella Valle del Serchio, edito da L’Ora di Barga 2009


Anch’io non entrerò nei dettagli tecnici della terracotta, ma vorrei mostrarvi quello che c’è nella Bassa Valdiserchio e precisamente nel paese di Migliarino.
Non saranno sicuramente antichissime invetriature robbiane, ma niente può farci sperare che la mano quella o ispirata a quelle.
Nella religione cristiana non ci sono nascite sovrannaturali di esseri divini che scaturiscono da cosce, oche, sangue o altro e pertanto la venuta al mondo è proprio quel che si dice “venire al mondo”.

 

Ecco allora il Natale  che si fonde e confonde con  nascita e con natività, come quella che apre la carrellata delle terre invetriate, attribuita a Luca Della Robbia il giovane (1509), detta Ancona della natività e che si trova nella chiesa di San Francesco a Barga.

La seconda opera è di Benedetto Buglioni (1505/10) e si trova nella chiesa di San Lorenzo a Cascio di Molazzana. Le sue misure sono abbastanza grandi (cm 98 x 164) ma non quanto quelle della successiva  Ancona dell’assunzione  o Madonna della cintola, ben 244 x 348, anch’essa della bottega di Santi e Benedetto Buglioni (1500 ca) e che si trova nel conservatorio di Sant’Elisabetta a Barga. Ancora per la Madonna è la quarta, Assunzione, che, per uno strano gioco di interpretazione dell’artefice, Giovanni Della Robbia che,  10 anni prima di quella vista in precedenza dei Buglioni, chiamò “La Vergine consegna la cintola a San Tommaso”.

 

Non tacciatemi da sacrilego, ma bisogna dire che questo santo: 

oltre che marfidato  era anche dimorto stitio, perché la cintola un ni garbava e gniela ridiede alla Madonna!


Non scherziamo coi santi e andiamo avanti!


Anche quest’opera si trova nella chiesa convento di S. Francesco in Barga mentre nel duomo è visibile questa piccola opera (cm. 78 x 1329) attribuita ad Andrea o alla sua bottega nel 1490, detta “Adorazione del bambino”.

Lasciamo l’alta valle del Serchio e scendiamo verso la foce per cercare altre simili tracce.
Come prima detto non si tratta di opere centenarie, ma la bellezza è simile anche se in forma ridottissima (cm.30 x 40 ca.).

Le nostre (dalla 6 alla 13) non sono “ancone” cioè pale d’altare dipinte o scolpite, ma semplici formelle poste all’interno delle immaginette, quei piccoli tabernacoli che si trovavano generalmente agli incroci delle antiche strade dove il viandante poteva fermarsi a pregare e che nella lucchesia vengono dette marginette o maestà.
Ve ne sono sei nel paese di Migliarino in giro per le strade,  più due affisse all’esterno e ancora una all’interno di edifici privati.

A dire il vero delle sei stradali solamente cinque sono antiche e degne di nota, mentre una è stata messa in ricordo di una persona uccisa dai tedeschi ed è in marmo e di moderna fattura, comunque otto opere di questo genere sono  un bel risultato.
Non riporto  le loro posizioni, ma lascio a Voi per ora la scoperta a “Voce”.
La formella della Madonna sotto gli organi (11), quella con la scritta sotto e che è la più rintracciabile e conosciuta, a me sembra la più vecchia anche se la sua collocazione è su una  strada prolungata negli anni 20, ma che può essere stata spostata.
La più bella, anche questa è una mia valutazione, è la Madonna con bambino in braccio (9) con l’abito giallo a disegni a zampe di gallina e il drappo blu, mentre la più caratteristica è la Madonna del pino (6), simbolo forse del luogo per il quale è stata commissionata.

Deliziosa e sfortunata è la Madonna dell’uva (13) che ha perso bambino e mani dato che era murata sotto un davanzale di una finestra dalla quale sarà sicuramente caduto un oggetto pesante; anche questa è degna di nota.  
Lascio ai lettori le valutazioni di queste antiche immagini  e dei nomi che ho dato loro di fantasia, opere che ben si legano al momento che stiamo vivendo.
 

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24/12/2011 - 10:52

AUTORE:
G.B.

Chiamata anche Madonna della Polvere si trova in Mandria, ci sarà un'anima buona che vorrà veder rifiorire gli antichi colori ? chissà.. le feste di Natale sono lunghe.