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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Non cancellerò
Quella foto tua
Come la gioconda
E la rosa gialla
Sulla pelle mia
Stare insieme a te
In quest anni miei
Insieme a tutto il resto
Tu .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
Renzi scrive al premier: “Subito svolta o è crisi”
di Matteo Renzi

17/12/2020 - 8:56

Renzi scrive al premier: “Subito svolta o è crisi”
di Matteo Renzi
(ansa)
Recovery Plan, Mes, Servizi e riforme, in un documento le condizioni che oggi il leader di Italia porterà a Palazzo Chigi per evitare la crisi. Sulla pandemia: “Record di morti, basta dire che va tutto bene”

17 DICEMBRE 2020  9 MINUTI DI LETTURA


Caro Presidente,
in questi giorni il racconto fatto dal Palazzo dice che “quelli di Italia Viva” vogliono le poltrone. È il populismo applicato alla comunicazione. Ma è soprattutto una grande bugia. Noi Ti abbiamo detto in Parlamento che quando un Paese può spendere 209 miliardi di € non si organizzano task force cui dare poteri sostitutivi rispetto al Governo.

Non si scambia una sessione del Parlamento con una diretta Facebook. Non si chiede al Consiglio dei Ministri di approvare un documento condiviso all’ultimo momento. Perché questi duecento miliardi di € sono l’ultima chance che abbiamo. Come nota acutamente Mario Draghi: “Il problema è peggiore di quello che appare e le autorità devono agire urgentemente”
La situazione è seria, Presidente. Abbiamo il più alto numero di morti da Covid in Europa. È inutile continuare con la retorica del “va tutto bene”. Nonostante la dedizione e la qualità dei nostri medici, infermieri, farmacisti, volontari siamo purtroppo sul gradino più alto di questo tragico podio. Non dobbiamo colpevolizzare i cittadini che hanno seguito con disciplina le indicazioni del Governo ma dobbiamo riflettere su che cosa non ha funzionato, a cominciare dal difficile rapporto Stato Regioni. Abbiamo sostenuto le Tue misure, anche quando non le condividevamo, perché in una fase terribile di emergenza non ci si può dividere. Possiamo soltanto auspicare che sul vaccino non si ripetano i ritardi dei tamponi o dei banchi a rotelle: l’Italia deve essere in prima fila per efficienza nella distribuzione.
Adesso cerchiamo di non essere i peggiori anche sulla ripresa economica.

Noi, Presidente, vogliamo dare una mano sui contenuti. Perché in discussione sono le idee, non gli incarichi di governo. Teresa, Elena, Ivan – che hanno lavorato bene su agricoltura, famiglie e politiche di genere, export – sono pronti a dimettersi domani, se serve. Noi infatti non concepiamo la politica come occupazione di posti. Non tiriamo a campare, vogliamo cambiare. Non ci basta uno strapuntino, vogliamo la politica.
Sfruttiamo questa opportunità. Decidiamo insieme qual è il posto dell’Italia nel nuovo mondo dell’America di Biden e della nuova Europa. E come ci posizioniamo davanti alle grandi sfide della Pace di Abramo e del secolo asiatico. Andiamo in Africa per creare sviluppo e cooperazione e non con la retorica dei decreti sicurezza del Conte-I. E giochiamo un ruolo nel Mediterraneo dove negli ultimi anni si è fatta meno palpabile la nostra presenza e più forte l’impatto di Turchia e Russia. Tutte sfide che la presidenza di turno del G20, altissimo onore cui sei chiamato, deve affrontare.
Investiamo davvero sulla sostenibilità ambientale. Ma questo non vuol dire richiamare sempre e comunque solo il super bonus del 110%. Eni, Enel, Snam, Saipem sono nel loro settore leader mondiali. Come fare a creare posti di lavoro verdi?

Come rilanciare sull’economia circolare partendo da straordinarie esperienze di successo anche italiane, magari legandole alle public utilities?

Come guidare il processo di COP26 che Biden ha affidato a Kerry mentre noi in Italia abbiamo uno spezzatino di competenze tra Ambiente, Farnesina e Chigi? Eppure tocca a noi guidare la COP26 quest’anno. Ricordo ciò che ha fatto Hollande quando ospitò i leader a Parigi nel 2015: noi come ci stiamo preparando? La grande sfida dell’idrogeno, la piantumazione di nuovi alberi, la lotta al dissesto idrogeologico, le nuove tecnologie a servizio della sostenibilità: su questo ci trovi appassionati e pronti alla discussione.
Ti facciamo questi esempi, Presidente, perché te li abbiamo già citati in Parlamento. Ma anche perché ti dimostrano che nel piano che hai inviato alle ministre alle due di notte, senza averlo condiviso, c’è un collage di buone proposte senza un’anima, senza una visione, senza un’idea di come vogliamo essere tra vent’anni.
Il Next Generation UE non è un cesto di risorse gratis al quale tutti possiamo attingere a piene mani, con criteri di distribuzione parcellizzati. Le risorse sono vincolate in numerose dimensioni: la destinazione, la tempistica, i risultati, le riforme di sistema che si accompagnano alla spesa.

Non è un fondo di 209 miliardi, perché i trasferimenti a fondo perduto sono circa 82 miliardi. Il resto sono prestiti, e quindi equivalgono a risorse a debito. Seppur con due differenze: costeranno meno del nostro debito tradizionale e il rapporto con gli investitori privati è mediato dal bilancio comunitario.
Che senso ha spendere 88 dei 127 miliardi dei prestiti europei solo per finanziare progetti che già esistevano? Abbiamo una visione o abbiamo solo svuotato i cassetti dei ministeri con le vecchie proposte? Pensiamo di non avere idee buone da coltivare oggi? Che fine hanno fatto i documenti di Colao che avevi coinvolto con grande eco mediatica? Hai letto i tanti contenuti ottimi che la società civile ti sta mandando, a cominciare da M&M che riunisce un bel gruppo di professionisti che conoscono lo Stato e che Ti allego per comodità? Ci sono progetti che avrebbero bisogno di prendere tutti e 128 i miliardi dei prestiti. Il Tuo Governo, il Mef, ha deciso di utilizzare solo 40 miliardi per nuovi progetti: sicuro che questo sia la scelta giusta? Noi pensiamo che se ci sono buone idee, questo è il momento per finanziarle. Si fa debito? Certo. Ma l’unico modo di combattere il debito è la crescita, non i sussidi.
In questo senso ci giochiamo la carta delle infrastrutture. Il nostro Piano Shock è stato approvato solo a parole. Le lentezze non sono solo burocratiche ma anche politiche, frutto di indecisioni. Presidente, non importa essere keynesiani per capire che l’unica strada per crescere sono gli investimenti pubblici e privati. Perché non parte la Gronda a Genova? Siamo ancora vittime dell’ideologia di chi come Beppe Grillo voleva mandare l’esercito per bloccarla? E ancora: nel piano che abbiamo letto con attenzione sono scartate inspiegabilmente molte opere. Innanzitutto le metropolitane a cominciare dalla prosecuzione delle linee B1 e C di Roma e della Metro 5 di Milano. Ma tanto è ancora da fare – sia al Nord con la Venezia Trieste – sia al Sud dove tra i lotti mancanti della SS106 e l’alta velocità Salerno Palermo ci sono ancora dieci miliardi pronti da investire.

Soldi che creano posti di lavoro, non redditi di cittadinanza. E che fanno PIL molto più di tante altre scelte.
Ma le infrastrutture sono un campo enorme: treni, aeroporti, porti, scuole, ospedali, fibra, carceri dove i detenuti vivono in condizioni disumane. Non è un caso se il più brillante politico della nuova generazione americana, Pete Buttigieg, sia stato indicato ieri come Segretario ai Trasporti. Su questo settore ci giochiamo il futuro più che di ogni altro.

 

Te lo abbiamo detto assieme a Nicola Zingaretti un mese fa a Palazzo Chigi: chi come noi ha amministrato sa che una cosa è approvare un decreto, una cosa è veder partire un cantiere. Ci vuole cura per i procedimenti e per i dettagli: non bastano i like su facebook per amministrare un territorio.
Nel mese di agosto un tuo Ministro, Patuanelli, ha chiesto al professor Cingolani, già fondatore dell’IIT di Genova e tra i massimi esperti mondiali di innovazione, di contribuire con un documento che Cingolani ha inviato poi ad altri cinque ministri sul digitale. Personalmente credo che tutto ciò che Cingolani scrive, dall’intelligenza artificiale alla cyber security sia ricco di spunti di grande interesse e pronto a divenire progetto finanziabile a Bruxelles.

È chiaro che su questi temi occorrono i professionisti veri. Non possiamo permetterci le figuracce che abbiamo fatto anche solo nella gestione dei siti dell’INPS durante la pandemia perché un Paese che vuole costruire il futuro con il digitale e poi si affida alla logica del click day mostra una contraddizione insanabile. Ti aggiungo che collaborando con varie istituzioni in tutto il mondo è impressionante vedere come molti Paesi stiano investendo grandi risorse – umane prima che economiche – sui temi chiave di AI, IOT, Big Data, bioscienze, robotica. Il mondo corre: noi abbiamo bisogno di una visione come quella espressa da Cingolani, non da una gestione che si perde in mille rivoli e uffici separati. Nel testo che abbiamo letto, invece, il disegno di Cingolani è annacquato e spezzettato, privo di quella unità di fondo indispensabile per una corretta execution.
E come è possibile mettere solo nove miliardi sulla sanità? In tre anni il mio Governo ha messo sette miliardi in più, senza pandemia: ancora oggi i Cinque Stelle definiscono “tagli” questo maggior investimento di sette miliardi in tre anni. Dopo una pandemia e con risorse eccezionali mettiamo solo nove miliardi in cinque anni? E come possiamo dire NO al Mes che ha meno condizionalità del Recovery Fund? Qual è la ragione del nostro rifiuto? I nostri parlamentari hanno proposto una precisa allocazione dei 36 miliardi del MES. Come si può dire no agli investimenti sulla sanità, caro Presidente? Se siamo in emergenza e abbiamo il maggior numero di morti in Europa forse dobbiamo investire di più in Sanità, non credi? Questo rifiuto ideologico del MES mi appare ogni giorno più incomprensibile.
Recuperando i denari del MES, possiamo allocare i nove miliardi originariamente previsti per la sanità su un settore decisivo per il nostro futuro: la cultura e il turismo. Bisogna smetterla con una visione ottocentesca di musei e teatri, come se questi possano essere considerati meri divertissements per annoiati signori: sono la base della nostra identità. E i professionisti che vi lavorano meritano di essere trattati come tali: gli operatori della cultura non sono quelli “che ci fanno divertire” ma coloro che ci ricordano chi siamo, perché viviamo, perché amiamo, perché siamo ancora capaci di sognare. Se davanti a un piano di 200 miliardi l’Italia mette solo 3 miliardi sulla cultura e sul turismo stiamo perdendo noi stessi. Presidente, hai idea di come stanno soffrendo alberghi, ristoranti, città d’arte, operatori?
Perché è il fattore umano a essere decisivo. E questo ci porta a richiamarTi alle responsabilità che tutti abbiamo sulla scuola. Da due mesi i nostri ragazzi non vanno più a scuola: è una tragedia, Presidente, una tragedia. Sussistono le responsabilità delle Regioni, certo; quelle del trasporto pubblico non organizzato per tempo; il grave errore di aver chiuso l’unità di missione sull’edilizia scolastica che oggi tutti dicono di voler riaprire. Ma c’è un dato di fatto: i nostri figli hanno perso un anno rispetto ai ragazzi tedeschi o francesi. Perché loro tengono aperte le scuole, a differenza nostra. È un patrimonio di competenze perse, di relazioni smarrite, di umanità infranta. Misureremo negli anni i danni psicologici per questa generazione condannata alla solitudine in una stagione in cui la relazione è tutto.

Ma adesso lavoriamo per riaprire le scuole. I tedeschi e i francesi, non sono migliori di noi: se loro hanno gestito per tempo l’emergenza scolastica, cerchiamo di farlo anche noi. Prendiamo atto che servono i tamponi e i vaccini, non i banchi a rotelle e le autocertificazioni. La didattica a distanza, Presidente, è una sconfitta per tutti. Ma per noi, politici e genitori, è una sconfitta doppia.
Abbiamo il tavolo delle riforme da affrontare. Noi siamo per il maggioritario. Vogliamo sapere la sera delle elezioni chi governa. Vogliamo che governi per cinque anni. Vogliamo che abbia stabilità. Se le altre forze politiche preferiscono un sistema diverso, siamo pronti a sederci e a discuterne. Ma vogliamo farlo in modo serio. Mettendo in campo tutti i correttivi che servono, a cominciare dal superamento del Titolo V della Costituzione sul rapporto Stato Regioni che ha mostrato i limiti più evidenti proprio in questa pandemia.
È vero, come dici spesso, che la prima riforma che dobbiamo fare è quella legata ai tempi della giustizia civile. E pensare di risolverla cancellando la parola prescrizione è un controsenso. Ma è anche vero che nessuna riforma è possibile finché non torniamo alla lettera e allo spirito della Costituzione che prevede una netta differenza – troppo spesso ignorata – tra il garantismo e il giustizialismo. Non si tratta dello stesso -ismo come talvolta purtroppo hai detto anche tu, caro Presidente. Tra garantismo e giustizialismo c’è un abisso. I provvedimenti di riforma o saranno garantisti o non saranno credibili, in Europa come in Italia. E non servono task force contro la corruzione: c’è l’ANAC. E non servono unità di missione al Ministero della Giustizia: basta far funzionare gli uffici che già ci sono.
Nella mia esperienza a Palazzo Chigi il momento più esaltante è stata la scrittura di una nuova pagina sui diritti. Dal terzo settore all’autismo, dal caporalato alla cooperazione internazionale, dai diritti civili al dopo di noi. Oggi però occorre uno sforzo in più. Andare oltre la sfera dei diritti per capire che il presunto Terzo Settore è già il Primo. Rappresenta infatti i valori fondanti del Paese.L’economia sociale è già una realtà in Italia, rappresentando oltre 360mila organizzazioni e il 5% del nostro prodotto interno lordo. Il cosiddetto non profit, con quasi sei milioni di volontari e un milione di occupati, rappresenta per la sua capillarità, flessibilità e pluralità di intervento il motore sul quale fare leva per attuare un sistema davvero resiliente.
Non si tratta di un settore cui destinare risorse in modo residuale e assistenzialistico, bensì un modello economico stabile su cui innestare i pilastri della ripartenza nel solco della sostenibilità, della transizione ecologica e sostenibile, e dell’innovazione.
Per sua natura, si tratta di un ambito produttivo finalizzato alla generazione di valore sociale in molti ambiti di interesse generale con la precipua caratteristica dell’assenza di scopo di lucro, dove la cura e la presa in carico si esplicano in attività di assistenza socio sanitaria, educazione e formazione, cultura, sport, ambiente e valorizzazione del territorio e dei beni comuni.
E questo ci porta a riflettere sulla vera emergenza di questa stagione: la crisi occupazionale. Quando saranno rimossi i divieti di licenziare vivremo una stagione di crisi senza precedenti. Abbiamo molto apprezzato che Tu abbia scelto la strada della decontribuzione, pilastro di quel JobsAct ingiustamente criticato ma che ha permesso di creare oltre un milione di posti di lavoro. E tuttavia la decontribuzione non basta. Bene la scelta di puntare su Industria 4.0, iniziativa che si deve ai ministri del mio governo Guidi e Calenda. Ma occorre anche e soprattutto una politica industriale che non può essere delegata alla sola Cassa Depositi e Prestiti, Una politica industriale coerente, dall’acciaio alle autostrade, ma ispirata da una visione non populista. E capace di creare posti di lavoro, non sussidi. Perché l’Italia torni a essere davvero una Repubblica democratica fondata sul lavoro. E non sul reddito di cittadinanza. 
Permettimi di dire che i sindaci vanno sfidati su progetti di trasformazione urbana come abbiamo fatto con il piano periferie. Se dai i soldi, finiscono nella spesa corrente. Metti i soldi a disposizione dei comuni che hanno i progetti pronti e la musica cambia. La filosofia del rammendo ha ispirato i progetti di ripartenza di molte città che oggi si stanno trasformando. Mettiamo a disposizione dei sindaci un fondo lasciando alle città la responsabilità di spenderli per investimenti: dalla Roma del Giubileo 2025 fino al piccolo comune di montagna, i nostri primi cittadini devono essere sostenuti su progetti di sviluppo reali.
Infine una nota sul passato: spesso citi i Governi precedenti come parte del Problema. Se ti riferisci all’esperienza del governo gialloverde, siamo con Te: gli errori fatti, a cominciare da quota100, sono ancora oggi una pesante eredità per i conti pubblici.

 

Ma se ti riferisci ai nostri a solo scopo di riaffermare la verità ti allego lo studio del professor Fortis sul periodo 2014-2017. Amicus Plato, sed magis amica veritas.
Ti abbiamo detto, caro Presidente, che abbiamo fatto un Governo per evitare i pieni poteri a Salvini. Non li affideremo a altri. L’insistenza con cui non ti apri a un confronto di maggioranza sul ruolo dell’Autorità Delegata è inspiegabile. L’intelligence appartiene a tutti, non è la struttura privata di qualcuno: per questo Ti chiediamo di indicare un nome autorevole per gestire questo settore. Io mi sono avvalso della collaborazione istituzionale di Minniti, Monti ha lavorato con De Gennaro, Berlusconi con Letta: tu non puoi lavorare con te stesso anche in questo settore.
Ci hai sempre chiesto di essere trasparenti e di dire le cose alla luce del sole.Come vedi lo facciamo animati solo da un desiderio: che l’Italia torni a correre.







Fonte: La Repubblica
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19/12/2020 - 18:52

AUTORE:
Massimo

La Casellati dopo aver votato, in PARLAMENTO, insieme ad altri/e 300 onorevoli, che Ruby era la nipote di Mubarak ,può anche raccontarci che le cicogne portano i bambini. Beato chi ci crede...noi no non ci crediamo...

19/12/2020 - 9:03

AUTORE:
XXXL

...Maria Elisabetta Alberti Casellati Viendalmare il giorno 18 corrente mese ha detto le stesse parole del senatore Matteo Renzi e quindi se la seconda carica dello Stato dice che non c'è bisogno degli arcani inventati dal Conte due per sollevare i compiti del Parlamento per affidarli ad una fondazione e/o a trecento amici degli amici, vuol dire che chi ho buoni orecchi per sentire "ha sentuto".
...e si dice anche che: oltre metà deputati PD siano "Da-Cordo" con il loro ex segretario.
...credevano di averlo sotterrato, invece era seme.

19/12/2020 - 1:06

AUTORE:
Massimo

Guarda extra large che è da una settimana che Renzi dice che le Sue (?) ministre son pronte ha da le dimissioni, e sempre da una settimana dice che o Conte fa quel che dico o sarà crisi. E te dici che si vota nel 2023. Mettetevi d'accordo, fra di voi più che altro. Comunque si nota che IV è un partito plurale. Uno dice, gli altri, forse, ubbidiscano.
Quando c'è la democrazia, c'è tutto.

18/12/2020 - 21:09

AUTORE:
XXXL

Non dire mai sacco se non lo hai nel gatto e del doman non ve' certezza.
Una cosa ti è certa e se fai i conti con il passato guardando fisso lo specchietto retrovisore, tutto torna a tuo favore, ma poi ti trovi un bel platano stampato in faccia.
Non ti sto a spiegare i numeri perchè son numeri e come fan presto a crescere smisuratamente; fan presto a calare o sparire e senza guardare in bocca a nessuno.
nb: si vota nella primavera del 2023 parola di MR.
nb bis: la maggioranza di governo esiste anche con l'appoggio esterno di IV.
Quindi lo spauracchio di "Ovosodo" con nuove elezioni tornan le destre, dipende solo da lui ed i grillini; ed i grillini?
Sfiduciano Conte due, per tornare a vendere gazzose con gli stadi chiusi?
Conviene a tutti trattare; anche Allameloni che disse: corun casino 'osì!? io a capo del governo...eguà!

18/12/2020 - 19:36

AUTORE:
Massimo

...ma il 24, verso mezzanotte. Si perchè il programma di Renzi è bello, ricco, c'è di tutto. Guarda, manca lo sbarco su Marte e ci siamo. Assomiglia un po' al sacco dei regali di Babbo Natale.
Il problema nasce coi voti. Con chi la fate la maggioranza ? Con l' altro Matteo e con Donna Giorgia ? Berlusconi è reclutato va da se , poi ?
I 5Stelle all' opposizione con il loro 30 %. Sommando Pd (ammesso che ci stia ),Lega e FI si arriva appunto al 49 % . Urge raccattare di tutto, tranne Leu di sicuro.
Buona fortuna a voi, ma più che altro all' Italia.
Guardate di trovalla la maggioranza, altrimenti zio Sergio vi bacchetta e ci manda a votare. E allora sai che risate...

18/12/2020 - 16:13

AUTORE:
bat 21

MATTEO, ti ho ascoltato stamane alla radio, ho l'impressione che in tutto sto canaio sei l'unico che ha le idee chiare di quello che va' fatto.

17/12/2020 - 12:40

AUTORE:
GIUSEPPE T.

La sua lettera-programma contiene l'elenco di tutto quello che va fatto.

209 miliardi non li abbiamo mai visti, e non li vedremo mai più. L’occasione quindi è grossa, enorme. E bene ha fatto Renzi a mandare una lunga lettera a Conte, pregandolo di fare presto e bene. Per non essere equivocato il senatore di Rignano ha fatto un lungo elenco delle azioni da compiere.

Talmente lungo che non può essere frutto solo della sua testa: lì c’è uno staff di prim’ordine. Praticamente uno staff di governo.

E infatti al posto di Conte avrei chiamato subito Renzi: “Senatore, è già partita una macchina per portarla qui. Mentre lei arriva, sgombro il mio ufficio. Porti che il suo staff e prepari un elenco di ministri. Possono giurare già in serata”.

Fantascienza? No. L’Inghilterra lo ha fatto all’inizio della seconda guerra mondiale, quando ha sostituito il molle Chamberlain con il mastino Churchill.

La storia ha poi spiegato che l’Inghilterra ha vinto perché aveva Churchill, che ha convinto gli americani a fare lo sbarco in Normandia. Un’operazione che valse a Eisenhower, la quinta stella da generale, caso unico nella storia americana, assegnategli in una seduta di dieci minuti del Congresso.

Oggi, qui in Italia, la situazione è quasi la stessa. Cosa volete che combini Conte con i suoi amici grillini? Niente. Non vi sono bastati i banchi a rotelle e i monopattini per il traffico urbano?

I grillini sono naturalmente scemi. Al punto che dubito che siano in grado di leggere la lettera di Renzi. Ma in quella lettera c’è un programma, fin troppo ricco. E che non potrà mai essere realizzato da una banda di scalpati di casa grillini.

Renzi deve pretendere la guida del governo. Subito, stasera stessa.

17/12/2020 - 12:23

AUTORE:
Aldo Morè

Ecco il documento scritto da Renzi a Conte, pubblicato su Repubblica.
Alla faccia dei detrattori grillini e dei pennivendoli pluricondannati del Falso Quotidiano, della nonna papera Gruber, dei pennivendoli odiatori seriali Giannini e Floris. Per finire dei comunisti radical chic capeggiati da Bersani e dall'attuale dirigenza che controlla il PD.
Se Conte riporta la gestione del Recovery Fund nell'ambito delle istituzioni democratiche e se la fondazione sui servizi segreti viene abolita, il governo andrà avanti.
In CASO CONTRARIO È CRISI.
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...intanto se non ne volevano "toccà", prima del Natale, il Conte e Di Maio sono andati in Libia a riprendere i nostri 18 pescatori sequestrati.

17/12/2020 - 10:14

AUTORE:
BdB

...al Cinema Odeon di Pisa dopo un comizio di Enrico Berlinguer: è proprio tutto quello che volevo dire io!