Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
LA DIFFERENZA TRA MORIRE E VIVERE.
Paragonare il caso Navalny con quello di Assange è un ottimo esercizio per concludere che tra i sistemi politici del mondo quello occidentale è di gran lunga il migliore. Non solo perché Assange è vivo ed avrà un processo seguito dai media mondiali di ogni tendenza, ma perché nel caso fosse ritenuto colpevole potrà ricorrere contro la sentenza e comunque non sarà ipocritamente condannato a morte come Navalny.
Non è un caso che Assange quando volle sfuggire alla cattura rimase in occidente pur potendo riparare in un paese “amico” e ora sia in attesa di un regolare giudizio sull’estradizione in Usa nelle carceri britanniche, certamente più civili del gulag di Putin. I media che seguono il suo caso e i suoi difensori non hanno mai denunciato trattamenti inumani o torture come nel caso di Navalny.
Qui se ne leggono e se ne ascoltano tante di idee contrarie al sistema politico occidentale. Ci spiegano ogni giorno l’ingiustizia insopportabile e la miseria materiale ed umana del nostro mondo. Questi campioni dell’uguaglianza e della lotta per la liberazione umana, se fossero oppositori in Russia sarebbero in galera o morti per meno della metà di quello che scrivono e dicono. Evviva, qui siamo diversi da loro!La scia di sangue che dal 2003 segna il passaggio di Putin è impressionante. Più di 20 persone tra giornalisti, ex politici, diplomatici, uomini dei servizi, militari, uomini d’affari. Tutti politicamente eterogenei, ma tutti oppositori del potere dittatoriale del boia del Cremlino. Ce n’è per tutti, dunque non è questione di condivisione o meno di questa o quell’idea, ma solo di riconoscere e condannare senza appello il metodo criminale di governo di un dittatore sanguinario, per il quale secoli di storia sono passati invano e ha trasformato la Repubblica Russa in un Trono di spade.
Fa ribrezzo che certa opinione pubblica sedicente progressista condanni la pena di morte, giustamente senza distinzione tra i crimini compiuti, ad eccezione dei “reati” di opposizione politica a Putin.