Il nuovo articolo di Franco Gabbani non riguarda un personaggio o un evento in particolare, ma esamina un aspetto sociale e lavorativo che, presente da molti secoli, ebbe grande sviluppo nell'800 ( fino all'inizio del '900), ma che fortunatamente terminò relativamente presto, grazie agli sviluppi economici e scientifici.
Si tratta del baliatico, un'attività spesso vista benevolmente, ma che è stata definita "calamità occupazionale"
Siamo di nuovo a Bocca di Serchio, sulla spiaggia di San Rossore.
In questo preciso luogo, qualche tempo fa, vi era una spiaggia che partiva dal canneto e andava a sinistra verso il mare per una trentina di metri, forse più, per proseguire verso nord per un centinaio, forse più, di arenile immacolato fino a dove il Serchio aveva deciso di congiungersi con il mare. Alle spalle un’altra striscia simile che le dune indirizzavano verso sud ergendosi a bastione con una vegetazione varia che nulla aveva, ed ha, di diverso da quella delle Oasi, se no che non vi si trovavano turisti curiosi e meravigliati da tanta bellezza di colori e di profumi.
Ebbene ora questa spiaggia comincia a mostrarsi una ventina di metri da dove poche barche possono attraccare.
Ma non è per questo che mostro questa foto, è la presenza di questo tubo che è riapparso dopo che la duna che lo nascondeva si è sciolta in ondate di sabbia, che stuzzica la curiosità.
Io posso avanzare una supposizione avendo vissuto per ottant’anni la zona, ma vorrei essere supportato da altri.
La mia storia è questa: negli anni ’80 del secolo scorso la spiaggia d’estate era invasa letteralmente da capannucce di cannella dove si “rifugiavano” i “fruitori” del tempo, 90% vecchianesi, e che, ligi alle leggi del parco, presidenza e semplice rispetto per un terreno che, guarda caso, è sotto San Giuliano, non oltrepassavano un confine appena segnato da un semplice filo di ferro, ma conosciuto dai più. Quando però il numero dei vacanzieri aumentò, i più spregiudicati pensarono che, di là dal filo, c’era posto e iniziò l’occupazione che portò alla fine delle baracche con, prima una semplice ingiunzione su volantini, poi con l’arrivo di ruspe che demolirono tutte le baracche.
Era il 27 settembre 1987.
Ritorniamo al tubo.
Un tizio che aveva fatta la baracca, lo chalet, sulle dune e aveva piantato un tubo per l’acqua (e che tornerebbe se fosse vero)… ma tutto quello che si vede nella foto dovrebbe essere stato piantato a forza in più di due metri di sabbia e un ulteriore metro sotto il livello del mare e non penso proprio che fosse possibile.
Domanda: chi ha piantato il tubo?
Quelli della X Mas avevano trovato il gas scavando vicino alla Casa Coli e avevano piantato un tubo simile per avere combustile, ma loro erano di là dal Serchio!